Dipendenti in un’azienda agricola da circa 4 mesi, tre operai si sono rivelati essere infedeli: approfittando dell’assenza di tutti i componenti della famiglia, grazie alla disponibilità delle chiavi di casa, si sono introdotti furtivamente all’interno dell’abitazione del datore di lavoro impossessandosi di circa 20.000 euro in contanti e di alcuni capi d’abbigliamento per poi dileguarsi. Una ricca buonuscita per i tre che ora sono finiti nei guai, denunciati a conclusione delle indagini dai carabinieri della stazione di San Polo d’Enza.

Con l’accusa di furto aggravato i militari hanno infatti deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia una 45enne romena e due suoi connazionali di 24 e 34 anni, tutti domiciliati a San Polo d’Enza. I tre, da circa 4 mesi, erano stati assunti alle dipendenze dell’azienda agricola del derubato che aveva dato la possibilità ai 4 dipendenti di fruire anche di vitto e alloggio. La donna oltre a lavorare nell’azienda agricola veniva anche impiegata quale colf nell’abitazione del titolare, da qui la disponibilità delle chiavi di accesso nella casa. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di San Polo d’Enza, che hanno condotto le indagini, i 3 una sera, approfittando dell’assenza di tutti i componenti della famiglia, grazie alle chiavi di casa in possesso della donna, si sono introdotti nell’abitazione, asportando circa 20.000 euro in contanti, prelevati proprio di recente per il pagamento delle imposte e delle tasse dal titolare, e alcuni capi d’abbigliamento. Ottenuta la “buonuscita” i tre dipendenti si dileguavano rendendosi irreperibili. Quindi il rientro a casa e la scoperta del furto con la conseguente attivazione dei carabinieri di San Polo d’Enza che nel corso del sopralluogo e delle successive indagini acquisivano incontrovertibili elementi di responsabilità nei confronti degli odierni indagati che venivano quindi denunciati.