Non ha esitato a introdursi furtivamente all’interno di un’abitazione ad Albinea per poi, sorpreso dalla vicina della derubata, far finta di cercare un suo amico. Una volta scoperto è balzato in sella alla sua bicicletta cercando di allontanarsi ma le urla della donna hanno fatto accorrere altri vicini che hanno bloccato il ladruncolo poi preso in consegna dai carabinieri, nel frattempo accorsi nel quartiere su richiesta della stessa vicina di casa.

Con l’accusa di tentato furto aggravato in abitazione, i carabinieri della stazione di Albinea hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna un 16enne abitante a Reggio Emilia. Il giovane in sella alla bicicletta l’altro pomeriggio raggiungeva il centro abitato di Albinea venendo notato girare da una residente che decideva di seguire i movimenti del giovane, insospettita dal fatto che il ragazzino pedalava molto lentamente guardando all’interno dei cortili delle abitazioni. Ad un certo punto il giovane veniva notato entrare nel cortile di una di queste, scendere dalla bicicletta e introdursi dentro casa passando dal garage che aveva la porta aperta. A questo punto la donna, dopo aver telefonato alla proprietaria di casa informandola di quanto aveva visto, scendeva in strada ed urlando si indirizzava verso l’abitazione della vicina fermando il ragazzino che sentendo le urla, vistosi scoperto, usciva di casa con l’intento di dileguarsi. “Cercavo un mio amico”, questa la frettolosa giustificazione fornita dal ladruncolo che salito in sella alla sua bicicletta cercava di allontanarsi. Altri vicini, sentendo le urla, scendevano in strada bloccando il ladruncolo, poi preso in consegna dai carabinieri della stazione di Albinea nel frattempo accorsi su richiesta della proprietaria che segnalava il tentativo di furto nella sua abitazione. Il giovanissimo ladruncolo veniva quindi condotto in caserma dove, identificato in un 16enne abitante a Reggio Emilia, veniva denunciato alla Procure presso il Tribunale per i minorenni di Bologna per il reato di tentato furto. Al termine delle formalità di rito il minore veniva quindi affidato ai genitori esercenti la patria potestà, convocati dai carabinieri in caserma.