L’integrazione in Italia passa anche attraverso le imprese create e gestite dagli immigrati. Un’analisi di un business in costante crescita e del suo integrarsi nel tessuto economico sociale italiano. Se ne parla giovedì 11 maggio, alle 20.45 al centro cultura Multiplo di Cavriago, durante l’incontro “Non è solo questione di pelle. Immigrati, lavoratori, imprenditori” con Andrea Lasagni, professore di Economia presso l’Università di Parma, Cristina Boniburini, vicepresidente Cna Reggio Emilia. Partecipano Stefano Corradi, assessore alle politiche sociali, e Nadia Ammoumi, mediatrice culturale.

Nel corso della serata sarà presentato il “Rapporto immigrazione e imprenditoria 2017” elaborato dal Centro studi e ricerche Idos con Cna e MoneyGram.

“Negli ultimi anni il fenomeno dell’immigrazione è divenuto uno dei temi centrali del dibattito pubblico e dell’agenda politica del nostro paese – afferma il professor Andrea Lasagni -. Tutti i giorni si parla dell’emergenza dovuta all’accoglienza di profughi e rifugiati che vede in prima linea l’Italia, ma non va dimenticato che la popolazione immigrata è ormai una componente ‘stabile’ della nostra società ed è anche un attore chiave anche nella nostra economia”.

Il quadro offerto dal Rapporto sui dati 2016 sul fenomeno dell’imprenditorialità immigrata  – che saranno commentati dal prof. Lasagni durante la serata – mostra che “le imprese gestite da immigrati superano le 550mila unità: ciò significa che siamo già arrivati al 10% del numero totale di imprese sul territorio nazionale. E non si tratta solo di ambulanti, venditori di kebab e pizzerie egiziane. L’incidenza degli immigrati nel mondo dell’imprenditoria italiana cresce di anno in anno, mentre è in calo il numero delle imprese gestite solo da italiani. L’imprenditoria etnica è tradizionalmente concentrata – prosegue -. Due sono i settori che raccolgono 6 imprese a conduzione straniera su 10: edilizia e commercio. Ma negli ultimi anni a crescere di più, in termini relativi,  sono i comparti dell’alloggio e ristorazione e dei servizi alle imprese, che guadagnano posizioni sul totale delle imprese immigrate rispetto all’edilizia e alla manifattura”. Il contributo dei migranti riguarda anche il settore dell’artigianato. “Sono 180mila le aziende immigrate artigiane, il che significa che più del 13% delle imprese artigiane sono gestite da soggetti migranti”.