Una registrazione ogni due secondi: 14,3 milioni di fatture all’anno saranno emesse in elettronico nel territorio di Modena e Reggio Emilia a partire dal primo gennaio 2019. Il dato, frutto di una ricerca dell’ufficio studi di Confartigianato Lapam, dimostra come la ‘rivoluzione digitale’ sia ormai una realtà e che la fatturazione elettronica porterà un cambiamento maggiore di quanto non si creda per tutte le imprese.

“La dimostrazione pratica – sottolinea il segretario Lapam, Carlo Alberto Rossi – sono le centinaia e centinaia di imprenditori che stanno partecipando agli incontri promossi da Lapam sul territorio proprio sulla fatturazione elettronica: finora, con cinque incontri realizzati le imprese presenti hanno superato quota 1.200, con i prossimi 8 in programma si andrà sicuramente, stante le preregistrazioni, a sfiorare le 3.000 imprese coinvolte”.

La fase di crescita dell’economia italiana è del resto caratterizzata da un aumento degli investimenti delle imprese dei quali una quota rilevante – incentivata dall’iper ammortamento – accresce la digitalizzazione dei processi produttivi. Con maggiore intensità macchinari e impianti sviluppano flussi di grandi quantità di dati che vengono poi raccolti e gestiti da altre applicazioni software gestionali delle imprese. Internet delle cose, insieme ai social media e ai processi tradizionali aziendali sono le fonti di big data, asset chiave della data economy. L’economia dei dati in Italia vale 28,4 miliardi di euro, con un peso sul PIL dell’1,5% e che nel 2020 potrà arrivare – sulla base di differenti scenari di evoluzione – a pesare tra il 2 e il 3,5% del PIL. Dalla ricerca Confartigianato Lapam emerge che il 7,7% delle piccole imprese effettua analisi di big data, circa punto inferiore all’8,6% della media UE. Il 4,9% delle imprese italiane ha investito in tecnologie relative a big data nel triennio 2014-2016 e il 27,9% ha investito in software ed App, anch’esse generatrici di big data. La maggiore propensione dell’imprese all’analisi di grandi volumi di dati si riscontra nel settore dell’Ict (+7,1 punti rispetto alla media) e dei Servizi (+1,9 punti). La creazione di valore da big data delle imprese italiane può essere penalizzata dal gap di banda ultra larga che nel 2017 in Italia registra una copertura del 52,4% ben 27,6 punti in meno dell’80% della media Ue. L’Emilia-Romagna, però, sta rapidamente colmando il gap: nel 2018 la banda ultralarga raggiunge i tre quarti della popolazione (per la precisione il 75,2%), ma permangono criticità in Appennino (che invece avrebbe bisogno di una connessione stabile in chiave turistica), nelle zone della bassa e a macchia di leopardo in altre aree, anche in aree artigianali che necessitano di una copertura molto migliore.

“Con la fatturazione elettronica – conclude Rossi – si potrà accedere ad altri dati molto utili per le imprese. Digital Lapam, la applicazione che abbiamo realizzato, già ora fornisce informazioni utili grazie ai big data. La strada per il futuro dell’impresa è questa”.