Decine di lavoratori sfruttati, sottopagati e costretti a lavorare in condizioni degradanti,
questi i motivi che hanno portato, lunedì scorso, all’esecuzione del provvedimento
di “Controllo giudiziario delle aziende” emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Modena –
dott. Andrea Romito – su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal
Procuratore dott.ssa Lucia Musti – nei confronti di 5 società con sede nel modenese,
operanti nel settore della lavorazione delle carni. Quattro le persone indagate, tra l’altro, per l’ipotesi di reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” ex art. 603bis c.p.. Il provvedimento in argomento giunge all’esito di un’accurata attività investigativa svolta dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Modena, coordinati dal Procuratore Aggiunto, dott. Giuseppe Di Giorgio, che ha portato all’individuazione di una
vera e propria “filiera di somministrazione ed utilizzo di manodopera”, composta da aziende
tra loro direttamente collegate. In particolare, l’indagine svolta vede indagati 4 soggetti – ai quali sono contestati anche reati di evasione fiscale per oltre 3 milioni di euro complessivi – che hanno impiegato nelle rispettive attività produttive, tra il 2012 ed il 2017, numerosi lavoratori sottoposti a condizioni di lavoro degradanti, approfittando del loro stato di necessità e di bisogno.
Trattasi di un provvedimento, quello del “controllo giudiziario”, che allo stato rappresenta un unicum nel panorama italiano, previsto dalla cosiddetta Legge sul Caporalato che, oltre ad apportare rilevanti modifiche al menzionato art. 603bis c.p., ha previsto anche la possibilità – al fine di garantire la continuità aziendale e, quindi, gli stessi lavoratori – di prevedere la nomina di un amministratore giudiziale con il compito di affiancare/controllare gli imprenditori nella gestione delle aziende coinvolte nello sfruttamento dei lavoratori.
Scopo del provvedimento emesso nei giorni scorsi è quindi quello, da un lato, di impedire
la reiterazione di situazioni di grave sfruttamento lavorativo che sarebbero state poste in
essere dagli indagati, dall’altro di porre le condizioni per regolarizzare le posizioni dei
lavoratori sfruttati e garantire i livelli occupazionali. Il GIP, ritenendo solido il quadro indiziario, ha accolto la richiesta della locale Procura della Repubblica ed ha nominato un noto commercialista bolognese quale unico custode di tutte le società coinvolte nella vicenda.