Oltre 20mila studenti beneficiari di borse di studio, con 7 milioni di euro di risorse stanziate nel triennio 2016/12018. Quasi 11 milioni di contributi per i libri di testo, circa 64mila alunni che ne hanno usufruito.
Oltre 47mila alunni trasportati, dall’infanzia alle scuole secondarie di secondo grado, nel solo anno scolastico 2017/2018, con un investimento regionale – per gli anni dal 2015/16 al 2018/19 – che ammonta complessivamente a 10 milioni di euro. E ancora: 91,6 milioni, per l’anno scolastico 2016/2017, come spesa sostenuta dai Comuni a sostegno dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità.
Sono i principali indicatori che definiscono l’impegno complessivo delle istituzioni per garantire il diritto allo studio in Emilia-Romagna. Conclusa la programmazione 2016-2018, via libera, in Assemblea, a quella per il periodo 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022.

Obiettivo prioritario, promuovere il successo formativo delle ragazze e dei ragazzi attraverso incentivi e benefici alle famiglie, così da ridurre gli ostacoli di natura economica e sociale, e con azioni “orientative” per sostenere i giovani nelle scelte e accompagnarli nei cambiamenti. Principi della nuova programmazione sono la parità e uniformità di trattamento sul territorio regionale, l’universalità dell’accesso ai benefici e un uso integrato delle diverse risorse.

“I diritti delle persone sono alla base dello sviluppo – ha affermato l’assessore alla Scuola e alla Formazione Patrizio Bianchi, intervenendo in Aula-, per questo la scuola, azione collettiva che coinvolge mezzo milione di studenti e famiglie, è centrale nella vita di una comunità. In Emilia-Romagna abbiano lavorato e continuiamo a lavorare per ampliare la platea dei beneficiari del diritto allo studio, per accompagnare alunni e genitori nelle scelte e per garantire un’offerta plurale, capace di includere e rispondere alle attitudini di tutti i giovani e alle specializzazioni delle imprese del territorio.  Un’azione- ha concluso l’assessore- condivisa anche con i firmatari del Patto per il Lavoro, da novembre 2018 firmatari anche di Giovani Più, per garantire i diritti e generare futuro per i giovani e per questo territorio”.

Con i nuovi indirizzi, la Regione conferma l’impegno a favorire l’accesso ai benefici di tutti gli aventi diritto, con l’intenzione di accelerare sui tempi del riconoscimento e ridurre gli oneri connessi all’anticipazione delle risorse da parte delle famiglie. Le borse di studio annuali saranno determinate in base al numero degli aventi diritto e degli stanziamenti disponibili. Concorreranno al finanziamento risorse nazionali e regionali; l’importo delle borse sostenute con quelle regionali sarà più elevato per gli studenti meritevoli e per studenti disabili certificati.
Per quanto riguarda il trasporto scolastico per il 2019/21 la Regione conferma l’impegno a destinare fondi propri per sostenere i Comuni, che hanno competenza in materia, nell’erogazione dei servizi e nelle facilitazioni di viaggio. Viene considerato prioritario il trasporto degli studenti disabili, e garantita tempestività nel trasferimento delle risorse affinché sia possibile programmarle prima dell’avvio dell’anno scolastico.

Istruzione e rete scolastica: i nuovi Indirizzi regionali per la programmazione
Approvati in Assemblea anche i nuovi Indirizzi regionali per la programmazione territoriale in materia di offerta di istruzione e di rete scolastica per gli anni scolastici 2020/2021 e successivi. Due gli obiettivi generali. Il primo è garantire un’organizzazione della rete scolastica e una programmazione dell’offerta formativa capaci di rispondere ai bisogni delle famiglie, delle comunità – con particolare attenzione ai territori montani – e alle specificità dei contesti produttivi, valorizzando il dialogo tra istituzioni scolastiche e sistemi di imprese locali e cogliendo le sfide dell’innovazione e del cambiamento.

Secondo, promuovere la realizzazione di un sistema unitario e integrato regionale di istruzione secondaria di secondo ciclo e di istruzione e formazione professionale (IeFP) che, nel rispetto delle autonomie scolastiche, permetta di sviluppare le competenze dei giovani in coerenza con le opportunità occupazionali del territorio e le professionalità richieste dalle imprese. Principi generali della programmazione, di competenze dei Comuni, delle Province e della Città Metropolitana, devono essere la collaborazione interistituzionale e il confronto con il partenariato socio-economico. Fondamentale la valorizzazione delle capacità delle autonomie scolastiche di cogliere le opportunità di innovazione previste dalle normative nazionali in materia.

Per quanto riguarda l’organizzazione della rete scolastica di competenza dei Comuni (scuola primaria e secondaria di primo grado), viene confermato l’obiettivo generale di sostenere e diffondere ulteriormente il modello organizzativo verticale, ovvero quello degli istituti comprensivi, che risponde all’obiettivo di qualificazione dell’offerta attraverso la continuità didattica e l’integrazione fra le professionalità dei docenti dei diversi gradi.

La programmazione territoriale dell’offerta di istruzione secondaria superiore (che compete invece a Province e Città metropolitana di Bologna) dovrà porsi in continuità con quanto realizzato fino ad oggi, cogliendo però le opportunità che derivano dal “riordino” nazionale dell’Istruzione professionale, in modo da qualificare ulteriormente l’offerta e renderla ancora più rispondente alle specificità dei diversi contesti territoriali. Sempre in coerenza con il ridisegno della istruzione professionale, sono superate le precedenti limitazioni all’attivazione di nuovi indirizzi nei professionali, con riferimento in particolare alla possibilità di attivare indirizzi di studio in ambito socio-sanitario.

L’azione di programmazione dell’offerta di competenza delle Province e Città metropolitane trova il pieno completamento nell’investimento che la Regione ha avviato nel 2018 per rendere disponibili, a livello territoriale, azioni e servizi per sostenere l’orientamento alla scelta e garantire le informazioni necessarie agli studenti di età compresa tra i 12 e i 19 anni e alle rispettive famiglie.

Andare a scuola in Emilia-Romagna: alcuni dati
Dall’anno scolastico 2010/11 al 2018/19 l’incremento della popolazione scolastica in Emilia-Romagna è stato del 7,6%. Da Piacenza a Rimini le istituzioni scolastiche (tra direzioni didattiche, istituti comprensivi, istituti di I e II grado, Centri provinciali per l’istruzione degli adulti) sono 536. Gli alunni che nell’anno scolastico 2018/2019 hanno frequentato le scuole statali sul territorio nazionale sono 7.682.635, di cui 549.100 dell’Emilia-Romagna. La scuola statale emiliano-romagnola, come numero complessivo di alunni frequentanti nei diversi ordini e gradi, rappresenta il 7,1% del sistema scolastico nazionale. Nell’anno scolastico 2017/2018 in Emilia-Romagna i ragazzi si sono indirizzati nel 56,7% dei casi verso l’istruzione tecnica e professionale, nel 43,3% verso una scelta di indirizzo liceale.