Domani, martedì 2 luglio, alle ore 21, nell’ambito della rassegna “Loving Fontanesi”, dedicata alla mostra Antonio Fontanesi e la sua eredità. Da Pellizza Da Volpedo a Burri” (a Palazzo dei Musei fino al 14 luglio), a Palazzo dei Musei (via Spallanzani 1) si terrà la seconda conferenza del ciclo “Tokyo Mon Amour”. Obiettivo dell’incontro è mettere in luce inaspettati riscontri e inedite possibilità di lettura dell’influenza di Fontanesi sull’arte giapponese, identificandolo come primo vero maestro di pittura occidentale in Giappone. Argomento della conferenza, a cura di Floriano Terrano, sarà “Chiaroscuro giapponese: l’eredità di Antonio Fontanesi nel Sol Levante”.

Reggio Emilia e il Giappone sono legate artisticamente da più di 140 anni. Nel 1876 il pittore reggiano Antonio Fontanesi (1818 – 1882) parte per il Giappone dove resta due anni. È il primo docente della tecnica di pittura occidentale nel Sol Levante negli anni in cui il governo giapponese del periodo Meiji (1868 – 1912) invita in Giappone altri artisti italiani a insegnare le tecniche artistiche occidentali alla scuola di arte Kobu Bijutsu Gakko di Tokyo. Il Giappone si è da pochi anni aperto all’occidente e in questo periodo tutto ciò che fa parte della cultura straniera viene visto sotto una luce affascinante ed esotica. L’insegnamento di Fontanesi viene subito raccolto con entusiasmo dai primi pittori ad olio giapponesi come Hosui Yamamoto (山本 芳翠, 1850 –1906) e Asai Chū (浅井 忠, 1856 –1907) che danno vita alla scuola yōga (洋画, “pittura occidentale”). Fontanesi introduce nell’arte giapponese le tecniche del carboncino, del pastello e la pittura ad olio; insegna anche la prospettiva, il disegno anatomico e il ritratto dal vivo, tutte tecniche quasi del tutto sconosciute in Giappone e in Asia.

Ma l’insegnamento più grande di Fontanesi agli artisti giapponesi è il chiaroscuro, tecnica artistica sviluppata e interpretata con soluzioni originali dai primi pittori di stile occidentale del Sol Levante. In realtà più di un secolo prima che Fontanesi si recasse in Giappone, un altro pittore italiano era stato attivo in Estremo Oriente, nella Cina dei primi anni della Dinastia Qing (1644 – 1912): Giuseppe Castiglione (1688 – 1766). Tuttavia Castiglione non riesce a diffondere il verbo dello stile pittorico occidentale, il chiaroscuro allora imperante nel Barocco europeo. In quest’epoca è infatti troppo forte e radicata la tradizione pittorica cinese e ciò comporta che gli artisti orientali vedano nel chiaroscuro qualcosa di impuro, di sporco, di oscura negatività. E Castiglione sceglie quindi di dipingere in Cina da occidentale secondo i canoni figurativi orientali rinunciando a molte delle conquiste pittoriche europee.

Un secolo dopo il reggiano Antonio Fontanesi riesce invece, in altro tempo e in altro spazio, a insegnare agli artisti orientali lo stile artistico occidentale e a seminare in Estremo Oriente le radici di un nuovo moderno stile artistico che arriva fino ai giorni nostri.

Floriano Terrano scrive di arte, cultura e società dell’Estremo Oriente, Giappone in particolare. Organizza conferenze e rassegne dedicate a vari aspetti della società e della cultura estremo-orientale. Cura mostre di artisti giapponesi e dell’Estremo Oriente. Ha collaborato con numerosi enti e musei tra cui: Galleria Arte Giappone di Milano, Musei del Castello Sforzesco – Milano, Galleria Civica Modena, Fondazione Fotografia Modena, Accademia Militare di Modena, Comune di Maranello, Mabic Maranello Biblioteca Cultura, Museo di Arte Orientale “E. Chiossone” di Genova. Sul suo blog  www.higashishinbun.blogspot.com si possono leggere alcuni dei suoi articoli già pubblicati e visionare alcune delle sue attività nell’ambito della cultura giapponese ed orientale.

Info: 0522 456477 Musei Civici – uffici, via Palazzolo, 2 (da lun a ven: 09.00 – 13.00 / mar, gio: 14.00 17.00) 0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1 musei@comune.re.it