“Con il cambio di amministrazione lo scorso anno al Comune di Serramazzoni, il sindaco aveva lamentato ai sindacati il trattamento deplorevole da parte della precedente amministrazione nei confronti dei dipendenti, affermando che con lui sarebbero cambiati gli atteggiamenti cercando di fare emergere il meglio dalla forza lavoro dell’ente, ovviamente con sperticate critiche nei confronti dei predecessori.

A distanza di un anno da quell’incontro, lo scorso 1° luglio Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sono stati costretti a inoltrare richiesta al Prefetto e alla Commissione di garanzia per l’apertura formale di uno stato di agitazione degli oltre 40 dipendenti del Comune di Serramazzoni, a fronte di un atteggiamento a dir poco di indisponibilità da parte del Sindaco e dell’Amministrazione sulla gestione del personale e sul rinnovo dell’integrativo” affermano i sindacati che proseguono spiegando come si è arrivati a questo stato di cose:

– l’amministrazione di Serramazzoni è l’unica che formalmente non ha aderito al progetto dell’Unione di Gestione associata del servizio personale;

– da inizio 2019 l’amministrazione di Serramazzoni è uscita dalla convenzione con il nucleo di valutazione (OIV) attivandone uno in proprio ed in sostanza raddoppiando la spesa dell’ente  rispetto allo scorso anno, attivando inoltre una serie nutrita di consulenze esterne di importo considerevole;

– già dal primo incontro lo scorso aprile si era capito che il rinnovo del contratto integrativo sarebbe stato difficoltoso.

A aprile 2019, infatti, la parte pubblica si è presentata al primo incontro con i sindacati con una richiesta di attivazione dell’istituto della reperibilità, a cui i sindacati non hanno mostrato alcuna contrarietà se non per il fatto che con i dipendenti della squadra operai non ci sono i numeri per attivare la rotazione mensile, senza una palese lesione del disposto contrattuale. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno perciò chiesto di fare una proposta progettuale che tenesse conto delle osservazioni avanzate.

Il 18 giugno, continuando il confronto sull’accordo decentrato e ragionando sia di lavoro straordinario, sia di attivazione della banca ore, è emerso che, a seguito di una direttiva emanata a febbraio dalla responsabile del personale del Comune, senza confronto alcuno con i sindacati, si danno indicazioni operative alle figure apicali dell’ente per concedere i permessi solo a ore, e non per l’intera giornata, in  palese contraddizione con il Ccnl Enti Locali, la stessa banca delle ore e con l’endemica emergenza di personale in cui versa l’ente.

Infatti, con la direttiva si impedisce di fatto la possibilità di recuperare le ore lavorate in più – ad esempio il sabato mattina, quando avviene di frequente il lavoro straordinario – per l’intera giornata di lavoro.

I sindacati hanno chiesto il ritiro, o quantomeno la modifica, della direttiva da parte della delegazione trattante e si aspettavano che venisse ritirata subito visto che era stata emessa dalla responsabile della delegazione trattante di parte pubblica.

I sindacati hanno chiesto di avere una risposta entro il 22 giugno, prima della assemblea dei lavoratori convocata per il lunedì 24 giugno. Richiesta fatta direttamente anche al sindaco incontrato subito dopo l’incontro del 18 giugno. Ma tale risposta non è stata data, né tantomeno è stata ritirata la direttiva.

Nell’assemblea del 24 giugno, i lavoratori a fronte della situazione illustrata hanno dato il mandato ai sindacati per l’apertura dello stato di agitazione nei confronti dell’ente, anche se sono dispiaciuti dell’atteggiamento che sta tenendo il Comune di Serramazzoni, ingigantendo questioni che potrebbero essere tranquillamente risolte in fase di trattativa”.

“Atteggiamento in dispregio delle regole contrattuali, – affermano Claudio Pasquesi Fp Cgil, Sabrina Torricelli Fp Cisl e Giuseppe Belloni Uil Fpl – controproducente in quanto crea  inutile contrapposizione, sterile in quanto non si comprende cosa vuole la parte pubblica e viene pure da chiedersi se sono ben informati e coscienti delle regole contrattuali”.

“Dopo aver atteso sino al 1° luglio senza avere alcuna risposta dall’ente – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – è stato inevitabile ricorrere all’intervento del prefetto”.