Il 12 luglio 1944, 67 internati politici prelevati dal Campo di Fossoli furono trucidati dalle SS naziste all’interno del Poligono di tiro di Cibeno, frazione di Carpi: domenica 14 luglio 2019, alle ore 9:30, , presso il Campo di Fossoli (in via del tutto eccezionale, data l’inagibilità del Poligono), al civico 32 di via Remesina Esterna, a Carpi, avrà luogo la commemorazione di quella terribile strage, a 75 anni dall’eccidio.

Le vittime dell’eccidio provenivano da 27 provincie italiane, avevano differenti estrazioni sociali e rappresentavano le varie anime antifasciste dell’epoca: molti dei compagni di prigionia sopravvissuti riferiranno, nelle testimonianze e deposizioni successive, che si trattava dei ‘migliori’, perché anche all’interno del Campo, dopo aver subito la durezza del carcere e nell’incertezza costante per la propria sorte, molti di loro non avevano ceduto e, anche in condizioni così difficili, seguitavano nell’organizzare atti di resistenza.

A prendere la parola saranno il Sindaco di Carpi Alberto Bellelli e il Presidente della Fondazione Fossoli Pierluigi Castagnetti. Durante la cerimonia saranno effettuati anche i riti religiosi, e la commemorazione sarà accompagnata dalle note della Filarmonica Città di Carpi.

“Quella del Poligono di tiro – commenta il Presidente della Fondazione Fossoli, Pierluigi Castagnetti – fu una delle innumerevoli stragi di prigionieri e civili compiute, sul territorio italiano ed europeo, da uomini accecati dall’ideologia nazifascista. Ricordarle ora quelle 67 vittime, a oltre settant’anni dall’accaduto, significa non soltanto tenere viva la memoria di chi scelse di opporsi al male, rivendicando così una diversa idea di umanità, ma anche riaffermare che i valori in nome dei quali quelle persone sono morte rappresentano le basi della costruzione della nostra casa comune europea, che dalla sua nascita ha fatto in modo la guerra, così come l’idea del dominio di uno Stato sull’altro, fossero bandite dal continente. Anche l’Europa di pace nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale non fu tuttavia frutto di un evento casuale, bensì di una scelta consapevole: una decisione il cui spirito occorre a ognuno di noi, nel proprio ambito, ribadire anche oggi.“


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