La Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Modena, P.M. dott. Amara, nelle prime ore di questa mattina ha proceduto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare con cui il G.I.P. del locale Tribunale ha disposto la misura in carcere per un uomo ed una donna di nazionalità moldava, fidanzati e residenti a Modena, oltre che la misura cautelare degli arresti domiciliari per un terzo moldavo residente a Nonantola. I tre sono accusati a vario titolo dei reati di furto aggravato e ricettazione. Per i medesimi reati, peraltro, risultano indagati anche un italiano, ricettatore del gruppo residente a Reggio Emilia, ed un altro cittadino moldavo, correo in almeno un’occasione di furto aggravato.

Per tutti e cinque sono state eseguite stamattina perquisizioni personali e domiciliari su delega del Pubblico Ministero procedente, alla ricerca di nuovo materiale utile a corroborare l’attività indagatoria.

L’attività è scaturita dall’attenta analisi investigativa operata dai poliziotti della Squadra Mobile e dagli specialisti della Polizia Scientifica modenese. Dopo la valutazione iniziale di circa 50 denunce dello stesso tipo di furto negli ultimi 2 anni, finalmente è stata trovata una pista investigativa che ha garantito l’arresto di una banda di ladri, professionisti meccanici, incensurati e stabilmente residenti in Italia da vari anni. I delinquenti, non hanno sbagliato una mossa fino a gennaio di quest’anno quando, in due occasioni (rispetto agli 8 furti della stessa specie avvenuti nel solo primo mese dell’anno) hanno lasciato un’impronta che non è sfuggita ai poliziotti. Successivamente, grazie all’ausilio del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Bologna, si è riusciti a capire che quella era l’impronta di M. V., moldavo del ’96, oggi agli arresti in carcere insieme alla fidanzata del ‘98, anche lei sodale nello stesso tipo di reato. In sostanza, grazie all’attività di indagine supportata dall’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali richieste ed ottenute dal P.M. titolare delle indagini, dott. Amara, gli investigatori sono riusciti a trovare gli elementi probatori a carico dei tre arrestati, ritenendoli responsabili di circa altri 9 furti avvenuti nel periodo di indagine, fra gennaio ed aprile 2019.

Si ritiene siano state raccolte le prove utili a dimostrare in giudizio l’esistenza di un vero e proprio sistema strutturato di ladri professionisti che in soli due minuti riuscivano a smontare volanti delle macchine di alto pregio e di notevole valore, per poi affidarne la vendita ai due ricettatori indagati che erano soliti smerciarli tramite i social network e siti specializzati nelle compravendite online a metà del reale prezzo di mercato.