Era stato ricoverato all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti nella giornata di sabato 20 luglio a causa di una dolorosa infezione sulla quale non è riuscito ad avere la meglio. La mattina del 25 luglio è morto così, a 95 anni, monsignor Gino Castellini, parroco emerito di Cerrè Sologno di Villaminozzo, la piccola comunità parrocchiale (oggi nell’unità pastorale “Madonna delle fonti”) a cui ha dedicato il suo generoso ministero presbiterale e dove riposerà, nel cimitero della frazione, in attesa della risurrezione.

Nato nell’aprile 1924 ad Asta, nell’omonima Valle, Castellini ricevette dalla famiglia e dai seminari di Marola e di Albinea un’impronta permanente di sollecitudine che lo condurrà ad essere un prete “a vita piena”, apparentemente serio, ma con quella serenità d’animo che lo ha reso accetto e ben gradito a tutti coloro che incontrava.

Ordinato sacerdote il 29 giugno 1948, don Gino fu subito inviato come vicario cooperatore nella parrocchia di Bibbiano, accanto al parroco monsignor Cesare Spallanzani. Vi resterà fino al 1950, per diventare poi parroco di Cerrè Sologno, seicento abitanti, 850 metri di altitudine, con tutti i problemi di carattere sociale e religioso che caratterizzavano queste parrocchie a pochi anni dalla fine della seconda guerra mondiale, che qui aveva colpito pesantemente.

Senza fretta, ma con un impegno diuturno, riuscì a organizzare il “piccolo clero” e l’Azione cattolica, realtà dai numeri contenuti, ma incisive nel piano pastorale avviato da don Gino.

Educato, come usava allora nei seminari diocesani, a concepire il rapporto con la parrocchia come un abbraccio a vita, nonostante le difficoltà anche materiali, non pensò nemmeno di chiedere una destinazione più comoda o più umanamente remunerativa. Così Cerrè Sologno, con la sua piccola chiesa di San Pietro, sarà la “sua” parrocchia, ove vorrà restare come collaboratore pastorale anche una volta diventato, nel 2011, parroco emerito.

Fra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso don Gino dovette allontanarsene qualche tempo per ragioni di salute, ospite della sorella Irma a Felina. E anche qui ebbe subito modo di far conoscere la sua pacatezza, il suo discorrere rasserenante che prendeva l’avvio solo dopo aver molto ascoltato l’interlocutore.

Il diacono Giacomo Casoli, che gli è stato accanto negli ultimi sette anni, quando don Gino, consumato ma non vinto dalla malattia, cominciava ad avere difficoltà nella celebrazione della Messa, lo descrive con tre pennellate: uomo “maturo” e del consiglio, che unisce alla saggezza umana la sovrannaturale sapienza del Vangelo e che perciò è un ottimo direttore di spirito e  apprezzato confessore; un prete “H24”, che divide la sua giornata tra l’attività pastorale in parrocchia (e ben volentieri, invitato, anche nelle parrocchie limitrofe), la preghiera, lo studio;  un parroco che ha come famiglia tutti i suoi parrocchiani e nello stesso tempo che tutti accolgono come persona di famiglia.

Durante l’assemblea del clero del 16 aprile 2015 il vescovo Camisasca gli aveva fatto pervenire la nomina a “Monsignore”, un titolo che quanti conoscono don Gino hanno accolto con gioia e riconoscenza per i tanti frutti che il suo sacerdozio ha donato alla Chiesa. Gratitudine di tutta la Montagna, resa palpabile dalla partecipatissima celebrazione, l’estate scorsa, in occasione del 70° anniversario di ordinazione presbiterale.

La salma di monsignor Castellini è ricomposta presso la chiesa parrocchiale di Cerrè Sologno, dove alle ore 20.30 di venerdì 26 luglio verrà recitato il Rosario.

La liturgia di commiato, presieduta dal Vicario generale della Diocesi monsignor Alberto Nicelli, sarà celebrata sabato 27 luglio, nella chiesa di Cerrè Sologno, alle ore 9.30.