Nel secondo trimestre l’andamento negativo non muta sostanzialmente (-0,9 per cento). La tendenza in rosso riguarda soprattutto il dettaglio specializzato non alimentare, mentre tiene meglio quello alimentare e aumentano le vendite di iper, super e grandi magazzini. Allo stesso modo, l’andamento negativo delle vendite è più contenuto per la piccola distribuzione e più pesante per la media impresa, mentre la tendenza è lievemente positiva per le attività con 20 o più addetti. La pressione sulla base imprenditoriale si è rafforzata (-2,5 per cento).

Le vendite a prezzi correnti hanno subito una nuova flessione (-0,9 per cento) nel secondo trimestre del 2019 rispetto all’analogo periodo del 2018 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna. Tuttavia, il saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite si alleggerisce e risale da -13,2 a -4,8 punti. Nonostante la stagionalità potenzialmente favorevole, le attese sono orientate solo a un moderato aumento delle vendite nel corso del terzo trimestre, tanto che il saldo delle valutazioni è sceso da +17,8 punti a quota +4,1. Questo emerge dall’indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

Le tipologie. Il dettaglio specializzato non alimentare ha accusato la flessione più ampia delle vendite (-1,8 per cento). Per il dettaglio specializzato alimentare la correzione è stata più contenuta (-0,4 per cento), mentre iper, super e grandi magazzini hanno ripreso la tendenza positiva (+1,6 per cento).

La dimensione delle imprese. I dati mostrano una correlazione positiva dell’andamento delle vendite con la dimensione aziendale, con un effetto soglia. La piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, accusa un calo dell’1,6 per cento, le imprese di media dimensione, da 6 a 19 addetti, hanno registrato una correzione più accentuata del 2,3 per cento, mentre la tendenza risulta lievemente positiva per le imprese con almeno 20 addetti (+0,3 per cento).

Il registro delle imprese. La pressione sulla base imprenditoriale del dettaglio si è rafforzata. Le imprese attive nel commercio al dettaglio erano 44.087 al 30 giugno 2019. Rispetto ad un anno prima la loro consistenza è diminuita del 2,5 per cento (-1.137 unità). L’andamento negativo è dato dall’ampia riduzione delle ditte individuali (-882 unità, -2,8 per cento) e da quella più rapida delle società di persone (-3,7 per cento, -352 unità). Queste risentono dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina la crescita più contenuta delle società di capitale (+2,2 per cento, +99 unità)