Tutto ha avuto inizio nel 2018 quando il Comune di San Lazzaro ha realizzato il primo nido gratuito a Castel de’ Britti: il polo per l’Infanzia 0-6 anni incentrato sull’outdoor education e il metodo montessoriano, Falò (il nome richiama il rito del raccontare storie attorno al fuoco e la condivisione di esperienze in stretto legame con la natura).

L’Amministrazione Comunale da allora ha iniziato a progettare la gratuità per tutti i nidi comunali, ritenendo questa misura un importante strumento di sostegno alla genitorialità e di lotta alle diseguaglianze. Il Comune da solo sarebbe riuscito nell’intento solo nel 2020 ma grazie alla sensibilità della Regione sarà possibile realizzare tutti i nidi gratuiti già da settembre 2019.

“Si tratta di una svolta epocale – spiega il sindaco di San Lazzaro Isabella Conti –, che punta a dare un sostegno concreto alle famiglie. Si tratta di una innovativa politica sociale con dirompenti risvolti sociologici: in primo luogo le Istituzioni si mostrano in profonda sintonia con i bisogni dei genitori e delle famiglie; in secondo luogo è risaputo che prima si accede a un sistema di formazione, educazione e socializzazione, più strumenti i nostri ragazzi, pre-adolescenti e adolescenti di domani avranno per affrontare con successo le sfide scolastiche e dell’età adulta. Non solo: permettere a tutti l’accesso gratuito ai nidi elimina le diseguaglianze e consente ai piccoli cittadini di avere le medesime opportunità. Non dimentichiamo poi ciò che rappresentano i nidi per le donne, sempre troppo spesso condizionate nella scelta della maternità da fattori economici, familiari e lavorativi”.

Il sindaco Isabella Conti aveva già annunciato l’abbattimento delle rette per i nidi comunali a partire dal 2020, ma è stato possibile anticipare l’entrata in vigore della sperimentazione grazie al progetto regionale “Al nido con la Regione”, che prevede una serie di contributi ai Comuni per la riduzione e/o abbattimento delle rette a favore delle famiglie con reddito ISEE inferiore ai 26mila euro.

“Siamo orgogliosi – afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – di una misura per molti aspetti rivoluzionaria, che stiamo realizzando insieme ai Comuni, e quindi alle comunità locali, con l’obiettivo di dare una mano alle famiglie. Un aiuto concreto, che vada al di là delle parole vuote e delle polemiche che troppe volte la politica riserva cittadini. E ringrazio Isabella Conti per aver utilizzato a pieno questo provvedimento, così come i tanti sindaci che lo faranno, nelle modalità che più riterranno opportune, a misura dei rispettivi territori. Sindaci che voglio ringraziare, tutti: la collaborazione istituzionale che ogni giorno portiamo avanti insieme, al di là del colore politico, resta un tratto distintivo di questa terra. E siamo contenti che il Governo abbia deciso di estendere l’intervento sulle rette a tutto il Paese, guardando di fatto all’Emilia-Romagna: ancora una volta facciamo da apripista in Italia, dando risposte concrete e immediate ai bisogni dei cittadini e delle famiglie. Dopo l’abolizione dei superticket sanitari per i redditi familiari fino a 100mila euro e del ticket base da 23 euro sulle prime visite per i nuclei con più di un figlio, andiamo ora ad aggiungere un altro tassello alla costruzione di un welfare e di una sanità sempre più pubblici e universalistici. Possiamo farlo grazie a un bilancio sano e ai conti in ordine – chiude Bonaccini –, che cihanno consentito per l’intera legislatura di non aumentare di un euro le tasse e di iniziare a restituire ai cittadini: questa è l’Emilia-Romagna che vogliamo e per cui abbiamo lavorato duramente”.

A San Lazzaro sono stati dunque assegnati 159.757 euro di contributo Regionale per l’anno scolastico 2019/20, a cui vanno ad aggiungersi i contributi statali nell’ambito del decreto legislativo n. 65 del 13/04/2017 che prevede una serie di fondi per agevolare l’integrazione degli asili nido nel percorso educativo e didattico. Grazie inoltre a proprie risorse aggiuntive, il Comune di San Lazzaro è riuscito a rendere gratuite le rette degli asili nido.

Per quanto riguarda i nidi convenzionati, verranno riviste le convenzioni per inglobare il contributo regionale e scontare le rette.

Il Comune di San Lazzaro non è nuovo a questo tipo di agevolazioni nei confronti delle famiglia: nei due anni precedenti infatti ha rimborsato le rette settembre-dicembre pagate da famiglie su base ISEE (rimborso del 100% per ISEE inferiori ai 15mila euro, al 50% per gli ISEE tra i 15 e i 35mila euro e al 20 % per gli importi superiori), mentre a Castel de’ Britti il polo per l’Infanzia 0-6 anni Falò è stato reso gratuito fin dalla sua apertura.

L’impegno della Regione per un nuovo welfare in Emilia-Romagna

Un nuovo welfare per l’Emilia-Romagna, per dare un sostegno concreto e immediato ai bisogni dei cittadini e delle famiglie. Con questo obiettivo la Regione ha realizzato una misura senza precedenti: l’abbattimento o l’azzeramento delle rette di iscrizione ai nidi (compresi micronidi e sezioni primavera per bambini dai 24 a 36 mesi di età) e a tutti i servizi integrativi per la prima infanzia, pubblici e privati convenzionati con i Comuni, per i bimbi da 0 a 3 anni.

E lo ha fatto decidendo di investire da subito, per l’anno scolastico che sta per iniziare, 18,25 milioni di euro; contributi che saranno ripetuti anche per i due anni scolastici successivi (2020-2021 e 2021-2022), mettendo a disposizione dei Comuni quasi 55 milioni in tre anni. La riduzione delle rette interesserà i nuclei familiari con un Isee massimo di 26 mila euro, che potranno risparmiare in media 1.000 euro l’anno per ogni bambino iscritto, anche di più nel caso di un bambino con disabilità o residente in un Comune montano.

Le risorse per i nidi vengono assegnate a tutti i 220 Comuni dell’Emilia-Romagna sede di servizi educativi per la prima infanzia che ne faranno richiesta entro il 16 settembre, con il vincolo di utilizzarle esclusivamente per l’obiettivo individuato. Si tratta di una realtà che in Emilia-Romagna interessa una platea di oltre 28.400 bambini (0-3 anni), quelli appunto iscritti sull’intero territorio regionale, da Piacenza a Rimini, ai nidi e ai servizi integrativi per la prima infanzia, come ad esempio Spazio bambini, Centri per bambini e famiglie e Servizi domiciliari.

Decidere come articolare concretamente l’abbattimento o addirittura l’azzeramento delle rette spetta ai Comuni, posto che la politica tariffaria risulta oggi molto diversificata nel territorio. Considerando che attualmente il costo delle rette mensili può variare da 100 a 500 euro per un nido a tempo pieno, l’impatto atteso porterà all’abbattimento di almeno un terzo per le rette medie o fino all’azzeramento per quelle più basse.