Sabato scorso 14 settembre, verso le 23.00, è stata denunciata una tentata rapina a danno di un minore avvenuta in via Martiri di Cervarolo. Gli agenti della Squadra Volante della Questura di Reggio Emilia giunti sul posto hanno contattato alcuni ragazzi che riferivano di essere stati inseguiti ed aggrediti da altri giovani a loro sconosciuti, aggiungendo che gli stessi aggressori si erano poi allontanati per inseguire il loro amico che, per sfuggire all’aggressione si era allontanato da solo facendo perdere le proprie tracce. Contattato telefonicamente gli operatori apprendendo che il ragazzo si trovava nella vicina via Besenzi assieme ad un uomo che lo aveva soccorso.

Qui la vittima, un 14enne, confermava che, intorno alle 22.30, mentre passeggiava in via Benedetto Croce con i suoi amici, era stato avvicinato da altri ragazzi sconosciuti che importunavano il gruppo. Dopo poco, all’altezza di via Chiloni, gli sconosciuti si erano avvicinati nuovamente mettendo in fuga il 14enne ed i suoi amici, frangente durante il quale i ragazzi si perdevano di vista. Il ragazzino ha imboccato da solo una laterale di quella via dov’è stato accerchiato da sei di questi sconosciuti che pretendevano la consegna da parte sua del cellulare. La vittima ha ricordato in particolare uno degli aggressori che gli ha sferrato un pugno in faccia, mentre un altro ragazzo gli stringeva il collo con il braccio. L’aggressore, a dire della vittima, era un ragazzo di origini magrebine, capelli ricci neri, alto circa 175 cm, con una maglietta bianca con disegno rosa ed una catena argentata al collo. Durante l’aggressione, è arrivato un testimone, un 49enne del posto, che ha soccorso il ragazzo mettendo in fuga il gruppo di sconosciuti che lo aveva accerchiato.

Il testimone ha riferito di avere assistito al momento in cui il minore veniva percosso con un pugno e trattenuto con un braccio al collo dai due ragazzi, e confermava le descrizioni date dal giovane di uno dei due assalitori. Il 14enne, risultato illeso, non ha richiesto l’intervento del personale sanitario. All’arrivo degli operatori il giovane era già in compagnia del padre, il quale esprimeva la volontà di recarsi in Questura per formalizzare l’accaduto assieme al figlio.