In merito alle notizie apparse nei giorni scorsi circa lo stato d’avanzamento del progetto di realizzazione dell’Hospice che servirà il bacino dei Distretti di Mirandola e di Carpi, interviene sullo stato dell’arte Daniele Monari, Presidente della Fondazione “Hospice San Martino” promossa per realizzarlo da AMO di Mirandola ed AMO di Carpi e dall’ASP della Bassa Modenese, a seguito dell’intesa tra i tredici Sindaci dell’Area Nord di Modena circa la sua collocazione a San Possidonio.

“La progettazione avanza secondo il cronoprogramma prospettato nel corso della nostra ultima conferenza stampa del maggio scorso; entro i primi mesi del 2020 avremo pronto un progetto appaltabile.” – sottolinea il Presidente Monari – “Circa il rapporto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, dopo la risposta interlocutoria di inizio 2019, il confronto prosegue in maniera proficua e non abbiamo motivi di dubitare sul suo supporto. Al riguardo non dobbiamo dimenticare che tra i partners che sostengono il progetto Hospice annoveriamo anche AIMAG, la Regione Emilia Romagna, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, oltre ovviamente alle due Fondazioni bancarie di Mirandola e Carpi. Quindi, la Fondazione da me presieduta è tutt’altro che ferma nella sua fruttuosa attività di raccolta fondi e sostenitori.

In merito al sito scelto, – prosegue Monari – si rende noto che la Fondazione Hospice ha acquistato il terreno dopo aver affrontato le opportune verifiche sul rischio idraulico. Al riguardo si precisa che il terreno è stato classificato dagli strumenti urbanistici del PRG e PSC del Comune di San Possidonio come edificabile ed idoneo ad accogliere servizi alla persona. La sua vulnerabilità idraulica è, né più né meno, quelle di tutti i centri abitati del nostro territorio che si trovino in prossimità di un argine fluviale; inoltre è un’area a Nord del Secchia, orograficamente più alta di quella a Sud, che non ha mai conosciuto alluvioni. Nel rispetto della massima sicurezza è ovvio che la progettazione si stia conformando ai principi e alle prescrizioni contenute negli strumenti pianificatori quali le quota sollevata e l’assenza di interrati: tutte buone scelte che servirebbero a qualsiasi manufatto che stia tra i nostri due fiumi. Questo lo stato dell’arte. Ora, in vista del prosieguo della fase di progettazione, serve un colpo di reni per reperire tutte le risorse necessarie alla costruzione. È questo l’impegno quotidiano della Fondazione Hospice e faccio appello a tutti gli attori pubblici e privati del territorio affinché possiamo raggiungere il comune obiettivo entro la prossima primavera”.