Nella mattina di oggi a Castel Mella, Ospitaletto, Chiari, Carnate (MB) e Milano, i Carabinieri della Compagnia di Riva del Garda, con il supporto dei paritetici Reparti di Milano, Monza, Brescia e Chiari, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari – emessa dal GIP del Tribunale di Trento su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 9 indagati, di cui 7 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili a vario titolo di “associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio”.

I provvedimenti restrittivi sono scaturiti da una articolata indagine, condotta dall’Aliquota Operativa di Riva del Garda, che è stata avviata a seguito di un furto di slot machine avvenuto in un Bar di Borgo Chiese (TN), nel novembre 2018. Le investigazioni hanno permesso di individuare un sodalizio criminale, radicato nella provincia di Brescia, che operava anche in quelle di Trento, Milano, Bergamo e Modena (01.05.2019: furto di un’autovettura Ford Escort a Modena, di una Opel Kadett a Nonantola e furto presso il Bar Ariete di San Prospero – 02.05.2019: furto presso il Bar Donna Rosa Caffe di Bomporto – 03.05.2019: furto presso il Bar Bunker di Modena – 10.05.2019: tentato furto presso la pizzeria Emilia di Modena). L’indagine, condotta con metodi tradizionali e attività tecniche, ha consentito di scoprire le dinamiche di un’associazione ben organizzata, capeggiata da un serbo e composta da albanesi, che soltanto in un episodio ha operato con la complicità di due italiani.

La peculiarità associativa viene sottolineata anche dal fatto che per ogni azione criminale veniva incaricato uno specifico soggetto, ad esempio per svolgere il sopralluogo, reperire i mezzi, fungere da palo o procedere all’azione finale, evidenziando una specializzazione e funzionalità propria dei singoli sodali. Inoltre, la struttura verticistica dell’associazione è stata confermata dalle intercettazioni tecniche, nelle quali emerge che il serbo, 34enne, rimarcava il proprio ruolo di capo, rivolgendosi agli altri apostrofandoli “BIRI”, al contempo si definiva “BABA”, che tradotto letteralmente in italiano significano rispettivamente figli e padre.

Fondamentali, per sostanziare le responsabilità dei singoli, sono stati i servizi di osservazione e pedinamento nonché le registrazioni degli impianti di videosorveglianza comunali e dei locali depredati, che hanno consentito di raccogliere solide prove a carico degli arrestati e ricostruire le fasi organizzative dei reati. I malviventi si appropriavano prima dei veicoli, idonei al trasporto delle slot machine e una volta rimosse dagli esercizi le macchinette, le trasportavano in luoghi sicuri, anche molto lontano da dove erano stati perpetrati i furti per forzarle in piena tranquillità.

Obbiettivo privilegiato della banda erano esercizi commerciali con la presenza di slot machine e cambiamonete mentre soltanto in un caso è stata perpetrata una rapina ai danni di un’imprenditrice, nel giugno scorso a Bresso (MI). Nel complesso, sono stati ricondotti ai 9 soggetti, 20 furti, di cui 13 a esercizi pubblici e 7 di autoveicoli, consumati negli ultimi mesi. Il solo denaro sottratto da slot machine e cambiamonete è stato calcolato in circa 100.000 euro.