“Siamo orgogliosi che il Parmigiano Reggiano prodotto sul nostro territorio sia stato consegnato direttamente nelle mani del segretario di Stato americano Mike Pompeo: noi stiamo dalla parte de Le Iene e degli allevatori gravemente minacciati dallo spettro di insensati dazi che ne mettono a rischio l’attività”. Parole di Antenore Cervi, presidente Cia Reggio, dopo il blitz della cronista Alice Martinelli a Palazzo Chigi durante l’incontro con il premier Giuseppe Conte che è parso però visibilmente irritato per la simbolica protesta.

“La giornalista Mediaset ha giustamente ricordato al segretario di Stato che il Parmigiano Reggiano viene fatto con il cuore dai nostri agricoltori, che è il frutto del loro impegno e del loro sudore – rimarca Cervi -. Ma ora la furia protezionistica di Trump rischia di metterli in ginocchio e dare inizio a uno tsunami che minaccia di travolgere l’intero settore. La colpa? Unicamente quella di produrre eccellenze. Basti pensare che oltre agli ormai imminenti dazi americani, subiamo da anni le pesanti perdite causate dall’embargo alla Russia. E, come se non bastasse, incombe sulle nostre teste anche la spada di Damocle rappresentata dalla Brexit”.

Il presidente di Cia Reggio entra poi nel merito dei numeri: “Gli Stati Uniti sono, dopo la Francia, il secondo mercato export con oltre 10.400 tonnellate di prodotto spedito oltreoceano nel 2018 (+ 15% rispetto al 2017). Nei nostri magazzini sono in stagionatura circa 700mila forme destinate agli Usa: i dazi bloccherebbero di fatto l’export. E il formaggio dovrà poi essere collocato su altri mercati: fin troppo facile prevedere un crollo dei prezzi non solo del formaggio ma anche del latte”.

Cia Reggio ricorsa che nella filiera produttiva del Parmigiano reggiano lavorano “oltre 50mila persone, di cui un’alta percentuale sul nostro territorio. Il sostanziale stop all’export in Usa è una grave pericolo per i 2mila 800 allevamenti e 330 caseifici produttori del comprensorio. Stiamo parlando di aziende agricole, famiglie e intere comunità che verrebbero messe in ginocchio”.

“La speranza – conclude Cervi – è che dalla trattativa in atto tra Usa e Italia esca una soluzione che eviti dazi pari a 15 dollari al chilogrammo, che farebbe schizzare il costo del Parmigiano a 60 dollari al chilogrammo e manderebbe in fumo ricavi per 400 milioni di dollari. Siamo pronti a ogni iniziativa, istituzionale e non. In gioco c’è il futuro di un settore cruciale per l’economia italiana”.