Si è conclusa con successo la sperimentazione, in un’area di 80 ettari del quartiere Navile, della nuova tecnica di lotta biologica integrata alla zanzara tigre attraverso un trattamento porta a porta con prodotti larvicidi a basso impatto ambientale e l’impiego di maschi sterili per bloccarne la proliferazione.

Nell’area scelta lungo via Zanardi, compresa tra le vie Agucchi, Bertalia, Selva di Pescarola e via del Pane, la nuova strategia ha fatto riscontare una riduzione della densità di uova fertili di zanzara tigre del 73% dove i maschi sterili sono stati immessi nelle aree pubbliche in contemporanea al trattamento con larvidici nelle aree private, e del 54% nella zona dove sono stati trattati solo con larvicidi i cortili privati. Le percentuali sono state calcolate rispetto al resto della città dove si fa la lotta con larvicidi nei tombini pubblici. La valutazione di efficacia è stata fatta collocando nell’area 30 trappole per le uova che hanno permesso di raccoglierle, allevarle in laboratorio e verificarne la fertilità residua.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti – sottolinea l’assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi -. Ringrazio i cittadini che collaborano con noi per la lotta contro la zanzara tigre. Continueremo con il progetto che ci sembra molto efficace e di poco impatto ambientale. Un esempio ulteriore del nostro impegno alla tutela della salute dei nostri cittadini”.

L’area individuata per la sperimentazione è stata suddivisa in due zone: una centrale dove l’intervento ha integrato le due tecniche (il trattamento porta a porta con prodotti larvicidi e il lancio di maschi sterili), e la zona circostante, più ampia, dove sono stati effettuati solo interventi porta a porta. Quest’ultimi hanno riguardato le aree private e sono stati possibili grazie alla collaborazione dei cittadini: nei cortili sono state trattate con prodotti larvicidi biologici tutte le raccolte d’acqua non eliminabili (tombini e simili) e rimosse, o messe in sicurezza, tutte le altre possibili fonti di infestazione. Tale intervento è stato replicato per 5 volte, con cadenza di 3-4 settimane circa, da giugno a settembre.
Ogni settimana, da giugno alla fine di settembre sono stati rilasciati nella zona centrale da 20mila a 50mila maschi sterili prodotti nell’allevamento del Centro Agricoltura Ambiente (CAA) di Crevalcore. I maschi sterili accoppiandosi con le femmine selvatiche, le rendono incapaci di deporre uova fertili e quindi ne bloccano la riproduzione. È una metodica sulla quale il CAA lavora da vent’anni, che non ha alcun impatto negativo sull’ambiente, sugli animali e sulla salute pubblica e che è stata sperimentata per la prima volta su un’area così estesa.
Si ricorda che i maschi sterili non pungono e quindi sono innocui, mentre sono le femmine di zanzara con le loro punture – il sangue serve per la maturazione delle uova – a provocare un fastidioso prurito.

Come proseguirà la sperimentazione nei prossimi anni
Visti i risultati positivi la sperimentazione proseguirà anche il prossimo anno e prevederà in tutta l’area sperimentale: il rilascio di maschi sterili, con cadenza settimanale; il trattamento con prodotti biologici dei tombini nelle aree pubbliche; la promozione di un patto di collaborazione tra il Comune e i cittadini per le attività di lotta nelle aree domestiche.

Lotta alla zanzara, tutte le azioni messe in campo dall’Amministrazione comunale e cosa devono fare i cittadini: www.comune.bologna.it/zanzara