Il 29 ottobre è stato presentato al ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova –  in occasione della sua partecipazione alla riunione della Direzione nazionale della Cia-Agricoltori Italiani – una proposta articolata per dare risposte urgenti agli agricoltori danneggiati dalla invasività della cimice asiatica. Il testo è contenuto in un documento preparato congiuntamente dai rappresentanti Confederali di Cia Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte, regioni accomunate dallo stesso problema e che nei giorni scorsi hanno promosso un incontro per definire una comune posizione per far fronte al grave disagio.

“La Cia-Agricoltori Italiani – spiega il presidente dell’Emilia Romagna Cristiano Fini –  ritiene necessario un sostegno finanziario che si aggiunga agli 80 milioni di euro annunciate dalla ministra per far fronte all’emergenza in atto. Occorre, poi, dotare delle risorse necessarie la ricerca chiamata a contenere questo nuovo flagello creando un coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti”. Per dare una prima risposta alle aziende più esposte, si legge nel documento, bisogna disporre l’immediata sospensione dei mutui e istituire un fondo di rotazione che fornisca le garanzie necessarie a chi necessita di risorse finanziarie per proseguire l’attività. Inoltre, si devono prevedere misure che evitino la segnalazione dei soggetti coinvolti alla Crif (Centrale rischi, ndr).
Per coloro che non sono nelle condizioni oggettive di far fronte al pagamento degli oneri contributivi, viene ancora sottolineato nel documento di Cia, occorre prevedere una norma che eviti l’emissione di Durc (Documento unico della regolarità contributiva). Per la Cia-Agricoltori Italiani diventa inderogabile ridiscutere la proposta del nuovo Pan (Piano di azione Nazionale) sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari fino a prevederne la sospensione, visto gli obiettivi che si pone difficili, se non impossibili, da rispettare in considerazione dell’attuale emergenza. Inoltre, chiede con forza che l’intero Governo agisca nei confronti delle autorità competenti dell’Unione Europea per confermare l’utilizzo per l’anno prossimo della sostanza chimica Metile, l’unica che assicura un parziale controllo della cimice. Occorre, poi, che tutti gli atti necessari per rendere possibile l’immissione in pieno campo, già dall’inizio della prossima primavera dell’antagonista, noto come vespa samurai, siano attuati nei tempi necessari per permettere il raggiungimento di questo imprescindibile obiettivo.
Nei confronti dell’Ue il Governo nazionale deve chiedere le modifiche ai regolamenti comunitari per permettere l’aumento dell’aliquota di sostegno dal 50 all’80% per gli investimenti, tipo l’approntamento delle reti di protezione, l’aumento della clausola di salvaguardia per le Op sino all’80% per evitare che queste, a causa della riduzione dei conferimenti, perdano i requisiti del riconoscimento, la modifica degli orientamenti per gli aiuti di stato per permettere che la prevista soglia di danno del 30% possa contenere più calamità succedutesi nel corso dell’anno. È necessario, poi, elevare dall’attuale 0,5% al 0,9% le risorse destinate dall’Ocm ortofrutta per il ristoro dei danni, riservando quest’aumento ai soli danni causati dalla cimice, l’attivazione dell’art. 221 del Reg. Ue n. 1308/2013 per ristorare i danni evidenziando che la calamità ha assunto ormai un carattere sovraregionale e deve essere affrontata con la dovuta risolutezza.
“Infine – conclude Fini  –  in considerazione dell’andamento del mercato che vede la carenza di prodotto nazionale, si rende necessario aumentare i controlli sulla filiera per assicurare che l’origine dei prodotti sia garantita allo scopo di evitare fraudolenti indicazioni che sarebbero una ulteriore beffa al danno subito”.