Torcicollo, mal di schiena, ma anche gambe gonfie e dolori muscolari: sono sintomi comuni per chi trascorre molto tempo in auto, quando si fanno lunghe percorrenze o si passano ore in fila. E se l’ambiente all’interno della macchina fosse amico della nostra salute? Se quel “tempo perso” al volante diventasse “tempo guadagnato” perché fonte di benessere? E’ in questa direzione che si sta muovendo la Medicina. Se ne farà il punto il 9 novembre a Modena, al workshop “Automotive: ricerca, medicina e salute in auto”.

L’appuntamento rientra nelle giornate del XX Congresso Nazionale del Collegio Italiano di Flebologia (CIF), che quest’anno vede un ampliamento dei propri orizzonti anche all’estero. «Durante la tre giorni – spiega il professor Oscar Maleti, presidente CIF e del Congresso stesso – si terrà, infatti, il I° Congresso Internazionale dell’European Board of Phlebology e verranno illustrati gli European Training Requirements (ETR) e i percorsi finalizzati ad ottenere la Certificazione Europea di Competenza Flebologica (Competency Degree in Phlebology)». Poi, tornando al tema della salute in auto, lo specialista chiarisce: «Diversi sono gli effetti che la guida può avere sul sistema vascolare». La sessione dedicata, che trova la sua giusta collocazione nella “Terra dei motori”, prevede un confronto interdisciplinare e il Demo show “Lamborghini Urus vs. Lamborghini Huracán”.

«Il 75% delle malattie professionali riconosciute ogni anno in Italia dall’Inail – fa notare Alessandro Risi, Medico Competente Università di Bologna – sono rappresentate da patologie muscoloscheletriche, soprattutto a carico dell’arto superiore. Si tratta di tendiniti e tenosinoviti alla mano, al polso, al gomito e alla spalla e forme da “intrappolamento nervoso” (più di frequente a gomito e polso)».

Ma se è vero che i progressi che la progettazione degli impianti industriali moderni hanno ridotto in maniera sensibile i fattori di rischio, principale causa di questi disturbi, «è altrettanto vero – aggiunge Giovanni Sanguinetti, Medico Competente Automobili Lamborghini – che ciò rende particolarmente difficoltoso poter quantificare il ruolo dei fattori di rischio lavorativi rispetto a quelli extralavorativi». Stare alla guida potrebbe quindi avere un ruolo nella genesi dei dolori ossei o muscolari alle braccia?

Sanguinetti non ha dubbi: «Le posture fisse in condizioni ergonomiche non ottimali possono essere una concausa significativa». E in tal senso, le case automobilistiche possono svolgere un ruolo significativo. «Nel tempo, sono andate migliorando le sedute, ora più morbide, confortevoli, i comandi, più “a portata di mano” perché già pronti sul volante, e diversi altri accorgimenti. Tuttavia, queste scelte, mirate a rendere la guida più efficace e sicura, hanno tenuto in minor considerazione, magari inconsapevolmente, la salute del guidatore. Il workshop sull’Automotive e il Demo show Lamborghini serviranno proprio a far comprendere come sia necessario, invece, intervenire anche su questo fronte».

«Nuove tecnologie possono già adesso prevenire vere e proprie patologie legate alla guida», evidenzia in merito Alfio Amato, del dip. Cardio-Toraco-Vascolare – UOC di Angiologia al Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna. «Oggi, quando siamo al volante, apprezziamo i sistemi di “confort generico”; l’obiettivo è ottenere anche sistemi di “confort superiore” che, attraverso sensori, sedute specifiche e altre attenzioni, siano garanzia di ridotti rischi per la salute: un’auto che cura mentre guidi», riassume l’angiologo, che a Modena si soffermerà sulle patologie che possono affliggere il circolo sanguigno periferico quando si è al volante, come la stasi venosa.

Da notare, comunque, che stare al volante incide sul conducente in modo globale, coinvolgendo tutti gli organi del corpo umano. Sarà il neurologo e psichiatra Giuseppe Neri, past president della Società dei neurologi ospedalieri (SNO), a spiegare l’interazione corpo-cervello-vettura. «Il corpo è parte integrante della nostra identità. Attraverso di esso ci muoviamo nello spazio, interagiamo con il mondo circostante – chiarisce lo specialista – Lo “schema corporeo” è la rappresentazione del corpo che il cervello utilizza nella pianificazione ed esecuzione di compiti più o meno complessi. A tal proposito, una serie di ricerche ha dimostrato l’esistenza del “Car – Body phenomenon”, che si basa sulla capacità del nostro cervello, nel momento in cui ci mettiamo alla guida, di integrare totalmente l’autovettura all’interno del proprio schema corporeo. Noi diventiamo la “mente” di un corpo più esteso (l’auto), che possiamo tenere fermo (parcheggiata) o muovere. Al tempo stesso, i confini fisici del nostro corpo tendono a coincidere, sempre all’interno del nostro schema corporeo, con il profilo fisico dell’autovettura e le iniziative comportamentali del guidatore ne risentono con modalità articolate e complesse».

Degli effetti della guida sui sistemi muscolo/scheletrici parlerà, invece, Francesco Pegreffi, ortopedico e docente dell’Università di Bologna: «La corretta postura al volante è fondamentale per la sicurezza ma anche per evitare dolori muscolari, alle articolazioni o alla schiena. È importante, per esempio, tenere le mani sul volante senza piegare le spalle troppo avanti. Il sedile va regolato in modo da riuscire a spingere a fondo i pedali senza problemi». Ma chi garantisce il corretto posizionamento della seduta? «Semplice – assicura Pegreffi – basta far salire in auto oltre alla medicina ortopedica, le ultime tecnologie dedicate al benessere dell’individuo (le wellness technologies) che, se ben gestite, consentono di stabilire la “seduta su misura” per il conducente».

Sulle innovazioni tecnologiche si soffermerà anche Sergio Garbarino, neurofisiologo del Centro di Medicina del Sonno e docente del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova. «Nella nostra società, mentre ci chiediamo se funzionerà il 5G o se il riconoscimento facciale cambierà le nostre abitudini, la performance psico-fisica alla guida continua a essere l’obiettivo su cui si basa la sicurezza. Il desiderio di assicurare alle vetture prestazioni migliori richiede di creare una maggiore armonia fra il performer (il guidatore) e il suo strumento (l’auto): una sorta di crescita multidimensionale. Oggi l’uomo e la macchina possono interagire e testarsi vicendevolmente. Il sistema uomo per funzionare correttamente necessita di elevati livelli di vigilanza e attenzione che sono il risultato del perfetto equilibrio e rispetto del proprio ciclo sonno veglia. Nella società dei performer non c’è spazio per i deprivati di sonno. Il concetto di performance psico-fisica diventa termometro della qualità della vita in termini di benessere, salute e sicurezza: il modello della guida ne è la massima espressione».

Info e iscrizioni: https://www.avenuemedia.eu/event/open-views-on-phlebology/