Dal marzo di quest’anno numerosi istituti di credito hanno prodotto formali denunce/querele segnalando la sottrazione dal circuito di spedizione di ingenti quantitativi di effetti bancari e carte elettroniche di pagamento che risultavano poi essere state attivate per sottrarre ingentissime somme di denaro.

Gli inquirenti, coordinati dal P.M. Flavio Lazzarini, grazie anche alla stretta collaborazione della struttura Tutela Aziendale di Poste Italiane S.p.A., hanno raccolto numerosi elementi che portavano a ritenere che il possibile/probabile “punto di compromissione” nel circuito postale potesse individuarsi nel Centro Meccanografico di Produzione, sito a Bologna in Via Zanardi 30.

I riscontri investigativi consentivano l’adozione di specifici servizi di videocontrollo dell’area interessata alla lavorazione della corrispondenza; l’estensione della struttura regionale deputata allo smistamento della posta (40.000 mq circa) ed il numero degli addetti alle lavorazioni (circa 1.000) senza soluzione di continuità nelle 24 ore, hanno comunque richiesto servizi prolungati di appostamento.

Lo scorso 26 ottobre, dopo un concitato inseguimento, sono stati arrestati in flagranza di reato per furto aggravato in concorso 3 giovani di origine partenopea “trasfertisti” che si erano introdotti all’interno del centro di smistamento postale, rubando un rilevante quantitativo di carte elettroniche di pagamento (bancomat – carte di credito) spedite ai clienti come primo rilascio o a seguito di rinnovo.

Gli arrestati sono: A.M. di anni 23,  E.S. di anni 22 e P.C. di anni 26. In sede di giudizio direttissimo i tre sono stati condannati dal Tribunale di Bologna alla pena di un anno ed un mese di reclusione (inflitta al ventitreenne), ed alla pena di 10 mesi di reclusione (per i due complici).

Le vittime degli indebiti utilizzi delle carte rubate sono oltre 550, la gran parte delle quali residenti a Bologna e Provincia. La somma sottratta dai conti dei clienti di uno solo degli istituti di Credito supera ad oggi il milione di euro.

L’organizzazione criminale procedeva secondo un consolidato modus operandi: i criminali dapprima contattavano i malcapitati clienti in attesa delle carte spacciandosi per funzionari bancari; nel corso della chiamata, nel rassicurarli sull’imminente recapito del documento elettronico, li invitavano a confermare il PIN attraverso la digitazione sulle tastiere a multifrequenza. Il codice veniva quindi decriptato con appositi programmi informatici ed utilizzato per effettuare i prelievi, nel massimo della disponibilità, presso gli sportelli ATM delle filiali bancarie.

L’attività è stata sviluppata dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna e verosimilmente consentirà di deferire all’A.G. altri complici delle attività criminali.