Saranno celebrati domani, sabato 14 dicembre, a Monok, nel nord est dell’Ungheria, con la partecipazione dell’Assessore per l’inclusione e la pace del Comune di Castelfranco Emilia Valentina Graziosi, i funerali di Arietta Mata, giovane prostituta ungherese uccisa a gennaio 2018 da un 51enne italiano – condannato recentemente a 24 anni in primo grado – e ritrovata lungo le rotaie a Gaggio di Castelfranco Emilia con il corpo dilaniato dal passaggio di un treno regionale. Grazie al lavoro costante dell’Amministrazione e degli uffici del Comune di Castelfranco Emilia insieme alle associazioni “Libera, Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie” e “Papa Giovanni XXIII” si è quindi chiuso nel migliore dei modi quel complicato cerchio aperto a luglio 2019 in occasione del lancio della raccolta fondi per sostenere le spese del rimpatrio della salma.

«È stato commovente assistere a questo lavoro quotidiano e condiviso tra associazioni, istituzioni e cittadini che ci hanno aiutato e sostenuto fin dai primi giorni della campagna di raccolta fondi, prendendosi a cuore questa causa e non abbandonandoci mai. Senza il loro contributo infatti, tutto questo non sarebbe stato possibile. E’ la rete di conoscenza e di solidarietà che salva il territorio, sono la rete e la percezione comune delle ingiustizie sociali, che ancora forti attanagliano il nostro paese, che hanno permesso ad Arietta di tornare a casa e quindi, alla sua famiglia, di trovare un po’ di giustizia. Siamo grati a tutti coloro che ci hanno aiutato e ci auguriamo che questa grande comunità priva di pregiudizi nata intorno ad Arietta ed alla sua storia, costituisca un forte argine contro lo sfruttamento della prostituzione» hanno commentato le referenti delle Associazioni di volontariato che hanno promosso l’iniziativa.

«La conclusione di questa triste vicenda ci offre una preziosa fotografia della nostra comunità e del nostro Paese. La solidarietà delle Associazioni, il supporto di cittadinanza, Consiglio comunale e l’impegno degli uffici comunali hanno permesso ad Arietta di ottenere finalmente giustizia. Ci auguriamo che la sua storia serva da monito per le ragazze che partono in cerca di un’opportunità e spesso vengono inserite in percorsi di sfruttamento, ma soprattutto speriamo che dare un nome ed un volto a queste ragazze serva a diffondere una narrazione diversa della prostituzione. Che non è mai una scelta libera» ha concluso l’Assessore Valentina Graziosi.