I due frammenti recuperati (Crediti: Media Inaf)

Grazie alle previsioni della rete Prisma (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e dell’Atmosfera), una collaborazione promossa e coordinata dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), è stata trovata ieri la meteorite che ha solcato il cielo nel tardo pomeriggio di Capodanno.

Autore del ritrovamento è Davide Gaddi, ciclista emiliano noto per avere organizzato tramite i suoi viaggi in bicicletta raccolte fondi a scopo benefico. Gaddi ha ritrovato alcuni frammenti in zona Disvetro-Rovereto sul Secchia, ai limiti dell’area indicata dai calcoli effettuati dalla rete Prisma. Il ritrovamento conferma la validità del metodo applicato e l’importanza del progetto Prisma per monitorare i bolidi che solcano i nostri cieli.

La collaborazione Prisma è nata proprio per lo studio e il monitoraggio di eventi del genere, cioè il passaggio di bolidi e il manifestarsi di altri fenomeni che avvengono nell’alta atmosfera, tramite una rete di videocamere installate su tutto il territorio nazionale che sorvegliano il cielo costantemente, 24 ore al giorno. A Prisma partecipano infatti non soltanto osservatori astronomici (professionali e amatoriali) e università, ma anche planetari, associazioni culturali, istituti scolastici, privati.

Come noto, nel pomeriggio del 1 gennaio, alle 19:26:54, un bolide molto luminoso – ossia una meteora particolarmente brillante, generata dalla caduta in atmosfera di un piccolo frammento roccioso di origine asteroidale – ha attraversato i cieli del Nord Italia e ben 8 camere della rete Prisma ne hanno rilevato il passaggio. Fra queste, i dati utilizzabili per i calcoli effettuati dagli esperti di Prisma sono stati quelli raccolti dalle postazioni di Bedonia, Cecima, Felizzano, Loiano, Navacchio e Rovigo che hanno permesso di delimitare la zona di probabile caduta della meteorite confinandola attorno al paesino di Disvetro, pochi km a nord-ovest di Cavezzo, in provincia di Modena.

Ed effettivamente il ritrovamento è avvenuto in prossimità di quell’area. A confermarlo è stato Romano Serra del Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Bologna, noto esperto e collezionista di meteoriti che si trovava in zona, anch’egli alla ricerca di possibili reperti dopo l’appello lanciato ieri dalla rete Prisma tramite i media. Serra ha già avuto la possibilità di esaminare preliminarmente i campioni rinvenuti e già a prima vista gli è stato possibile confermare che si tratta di frammenti di una meteorite “freschissima”, cioè caduta da pochissimo tempo. Seguiranno ovviamente ulteriori e approfondite analisi dei campioni ritrovati.

Gli esperti di Prisma non escludono che si possano ritrovare altri frammenti oltre a quelli già rinvenuti: si rinnova pertanto l’appello a chi, nei dintorni della zona indicata, si imbattesse in un sasso anomalo, ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati, a segnalarlo a Prisma inviando una foto a prisma_po@inaf.it.

(Fonte: Inaf)