“La mancata proroga della cedolare secca per i negozi, una misura introdotta nel 2019 che poteva essere il primo passo verso un più complessivo percorso di contenimento del caro affitti degli esercizi di vicinato, è una pessima notizia”. Lo dice Daniele Casolari, segretario provinciale Licom (i commercianti aderenti a Lapam) commentando la notizia che con la manovra 2020 non è stata prorogata la cedolare secca del 21% sugli affitti commerciali dei locali accatastati come C1, di superficie non superiore ai 600 metri quadri. In questo senso non sarà possibile applicare la tassazione con il regime a tassa fissa sui negozi per tutti i contratti stipulati a partire dal primo gennaio di quest’anno. Una scelta che di fatto arresta il percorso ipotizzato del contenimento del caro affitti.

I contratti già stipulati nel 2019 possono restare in cedolare fino alla loro scadenza: naturale o prorogata che sia. Di fatto la possibilità di usufruire della tassazione piatta rimane solo a coloro che hanno stipulato i contratti nel 2019.

Casolari riprende: “Di per sé la cedolare riduce il carico fiscale in prima battuta soprattutto alle persone fisiche proprietarie di locali affittati, sottraendo il reddito delle locazioni dalla tassazione Irpef ed assoggettandolo ad aliquota fissa. Ma vi sono benefici anche per i commercianti in affitto, basti pensare all’esenzione dalle imposte di registro, di bollo e soprattutto all’effetto di congelamento del canone rispetto all’inflazione. Come Licom auspicavamo che dopo l’introduzione della tassazione cedolare si arrivasse alla possibilità di stipulare degli accordi territoriali per la definizione di un canone concordato e all’applicazione di un’aliquota agevolata esattamente come avviene per il settore residenziale, per il quale invece cedolare e canone concordato sono in vigore da anni con positivi effetti sul contenimento del caro affitti. Non bisogna infatti dimenticare – conclude il segretario Licom – che per le attività commerciali, ma per inciso anche per artigianato di prossimità e artigianato di servizio, il caro affitti è un grande problema, e un percorso di contenimento avrebbe sicuramente incentivato la riapertura di parecchi locali sfitti nelle nostre città e nei nostri paesi. Per le abitazioni canoni concordati e cedolare agevolata sono in vigore da anni e hanno dimostrato di essere efficaci, perché non dare la stessa possibilità alle attività di vicinato?”.