Procedure più agevoli e rapide contro l’odioso fenomeno delle discriminazioni di genere sul lavoro. E’ l’obiettivo del protocollo d’intesa che è stato firmato l’altro giorno in Provincia, alla presenza della consigliera provinciale con delega alle Pari opportunità Claudia Dana Aguzzoli, dal capo dell’Ispettorato del lavoro di Parma-Reggio Emilia, Francesco Gattola, e dalle consigliere di parità Maria Mondelli e Francesca Bonomo.

“L’ispettorato del lavoro è un alleato fondamentale nel nostro agire quotidiano contro le discriminazioni, perché attraverso un’ispezione è possibile verificare in maniera inconfutabile se esistono o meno gli elementi discriminatori denunciati dalle lavoratrici che si rivolgono a noi – spiegano le consigliere di parità – Inoltre, l’Ispettorato può applicare le sanzioni, anche esose, previste dalla legge in caso di comportamenti discriminatori e può segnalarci casi di discriminazioni riscontrate durante la propria attività ispettiva”.

Buoni rapporti e una stretta collaborazione tra queste due istituzioni, entrambe in capo al Ministero del Lavoro, sono insomma essenziali per rendere più fluido il delicato compito di prevenire, e rimuovere, le discriminazioni di genere in ambito lavorativo. L’accordo sottoscritto in Provincia nasce proprio dall’osservazione della realtà e dalle difficoltà incontrate dalle consigliere di parità di fronte ai casi di discriminazione denunciati presso il loro ufficio da decine di lavoratrici ed ha, quindi, un alto valore operativo. Nel concreto, il protocollo prevede una serie di impegni reciproci, a partire dall’indicazione – da parte dell’Ispettorato – di un funzionario di riferimento a cui le consigliere possano rivolgersi con immediatezza, riducendo dunque i tempi, anche attraverso una corsia preferenziale nei casi in cui si intendano chiudere le controversie con accordi conciliativi stragiudiziali. Da parte loro, le consigliere si impegnano a garantire aggiornamenti formativi del corpo ispettivo in materia antidiscriminatoria.

In ambito statistico, poiché l’Ispettorato territoriale comprende le province di Reggio Emilia e Parma, si prevede lo scorporo dei dati forniti annualmente sul numero di lavoratrici e lavoratori che si dimettono spontaneamente per ciascun territorio in una versione che, rispetto alla banca dati nazionale, ne consenta una lettura più immediata e agevole.

Ma soprattutto, poiché il rientro al lavoro dopo la nascita di un figlio è la principale causa di azioni discriminatorie contro lavoratrici e lavoratori (anche loro, seppur più raramente), l’accordo prevede una serie di azioni pratiche per quanto riguarda le convalide delle dimissioni entro i primi tre anni di vita del figlio, una verifica istituita per evitare le famigerate “dimissioni in bianco”. Si è dunque cercato di porre una particolare attenzione alle motivazioni addotte dalle donne al momento delle dimissioni, che possono nascondere discriminazioni, inficiandone di fatto la loro “spontaneità”: trasferimenti, cambi di mansione, rifiuto del part-time. Nel Protocollo si prevede, infatti, di segnalare questi casi, previo consenso delle persone interessate, alle consigliere di parità, che a loro volta si impegnano a ricevere le lavoratrici in maniera prioritaria per cercare di conservare il posto di lavoro attraverso una mediazione con la parte datoriale.