“Questa mattina – fa sapere il Segretario Regionale del SiNAPPe Gianluca Giliberti – presso l’Istituto reggiano il personale di Polizia Penitenziaria sarebbe stato costretto ad un surplus di lavoro a causa di svariati eventi critici causati da detenuti che definire intemperanti sta diventando un vero e proprio eufemismo. Sarebbero stati tre gli eventi di maggior rilievo affrontati con la consueta elevatissima professionalità dal personale in divisa, che continua a sacrificare la propria incolumità fisica pur di portare a termine il mandato istituzionale cui è preposto dal giorno in cui ha giurato fedeltà allo Stato”.

“Ci risulta, difatti, che altri 3 Poliziotti Penitenziari avrebbero dovuto far ricorso alle cure dei sanitari del nosocomio cittadino, dopo aver affrontato e risolto i suddetti eventi critici, consistiti in un tentativo di impiccagione, in un rifiuto di far rientro nel reparto detentivo di appartenenza dopo l’ora d’aria e, per finire, in una gravissima aggressione perpetrata ai danni del personale in divisa, da parte di un detenuto magrebino che, addirittura, si sarebbe procurato dei tagli per poi schizzare sangue contro i Poliziotti intervenuti a mitigare la sua furia animalesca, finendo per centrarne uno in pieno volto”.

“Gli uomini in divisa avrebbero vissuto attimi di grande spavento, paura che perdura e cresce a causa delle procedure di profilassi cui, almeno uno di loro, si starebbe sottoponendo presso il pronto soccorso dell’ospedale reggiano a seguito del contatto col sangue del detenuto”.

“Ci siamo persino stancati di invocare il trasferimento di questi soggetti, secondo quanto previsto dalla circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, perché questa è una soluzione tampone che sposta il problema da un carcere all’altro. L’Amministrazione tutta e la classe politica devono farsi carico del problema senza più alcun indugio e fornire strumenti (taser?), formazione (altri corpi, ad esempio, partecipano a continui corsi di aggiornamento sulle regole d’ingaggio), adeguate strutture detentive (noi siamo per la creazione di reparti di osservazione psichiatrica per il contenimento e la cura dei detenuti psichiatrici, appurato il fallimento inappellabile delle Rems)”.

“D’ora in avanti – conclude l Segretario Regionale del SiNAPPe – grideremo con forza la nostra rabbia ed il nostro risentimento nei confronti di chi potrebbe e dovrebbe intervenire, ma ha scelto di non farlo, a cominciare dal sit-in del 14/02/2020 organizzato unitamente ad altre OO.SS. dinanzi al Carcere di Parma”.