Il 40% del consumo totale italiano di gas attraversa l’Austria all’interno dei tubi del gasdotto TAG, società che in regime di esclusiva svolge questa funzione. Il costo del trasporto, deciso in via amministrativa dalle autorità austriache, è periodicamente soggetto a revisione, l’ultima della quale ha visto il nostro Paese intervenire.

Con una lettera al collega austriaco Alexander Schallenberg, il Ministro degli Esteri italiano ha chiesto che la prevista revisione al ribasso delle tariffe di trasporto del gas dall’Austria all’Italia non venga applicata. Una iniziativa volta a salvaguardare la redditività dell’operatore austriaco e che evita di trasferire un vantaggio economico a tutti i consumatori italiani di gas metano, settori industriali ma anche privati cittadini.

“L’industria ceramica italiana, al pari degli altri settori energivori, si aspetta che la politica energetica del Governo sia finalizzata a far recuperare competitività alle nostre imprese, anche attraverso un allineamento nel costo del gas a livello europeo – afferma Giovanni Savorani, Presidente di Confindustria Ceramica –. La lettera del Ministro degli Esteri va invece nella direzione opposta, tutelando l’interesse dell’operatore unico del trasporto del gas tra Austria ed Italia a scapito dei consumatori.

Abbiamo invece molto apprezzato l’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico, dicastero competente in materie energetiche, a sostegno delle imprese e dei cittadini italiani nella richiesta alla Commissione Europea di vigilare sulle strategie di aumento di prezzo attuate di Francia e Germania” prosegue Giovanni Savorani.

L’industria ceramica italiana esporta l’85% della propria produzione sui mercati esteri, dove la fortissima e crescente concorrenza internazionale richiede continui recuperi di competitività, che nel caso dei settori energivori passa anche dalla possibilità di  consumare il gas a costi allineati a quelli degli altri competitor esteri”.

“Sarebbe opportuno che l’Italia segnalasse al Governo Austriaco ed alla sua autorità di regolamentazione la posizione inaccettabile ed insostenibile nel quale si trovano le imprese manifatturiere consumatrici italiane, che nel 2008 sottoscrissero un contratto ‘long term’ di capacità su Tag e che se lo sono viste modificare in profondità, nel corso del tempo, senza la possibilità di risoluzione o rinegoziazione del contratto stesso”.