I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, dando esecuzione ad un provvedimento emesso dal GIP del locale Tribunale Dott. Pecorella, hanno sequestrato beni immobili e mobili, rapporti bancari, quote societarie e oggetti di pregio per un valore complessivo pari a circa 700.000 euro nei confronti di B.L., classe 1963, già componente di una banda di rapinatori che tra il 2003 ed il 2005 si era resa responsabile di una serie di assalti a sportelli bancomat, disseminati in tutto il nord Italia.

Nello specifico, il sequestro riguarda 4 unità immobiliari ubicate in Bologna, Anzola dell’Emilia e Casalecchio di Reno (3 appartamenti ed un capannone industriale) nonché la quota di partecipazione di una società che esercita un’attività di ristorazione, una Porsche Macan, svariati rapporti bancari nonché diversi orologi di pregio custoditi in una cassetta di sicurezza.

Le indagini sono state svolte dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Augusto Borghini e hanno permesso di accertare come l’indagato, già sottoposto alla misura di prevenzione della “Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza” emessa nel 2007 dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Bologna (divenuta irrevocabile nel 2008), abbia omesso di comunicare alla Guardia di Finanza una serie di operazioni di carattere patrimoniale compiute tra il 2014 e il 2018, così come previsto dalla normativa antimafia. Il Codice delle leggi Antimafia prevede infatti come le persone sottoposte ad una misura di prevenzione abbiano l’obbligo di comunicare al Corpo per dieci anni tutte le variazioni del proprio patrimonio di importo superiore ai 10.329 euro.

Lo scopo è quello di garantire il costante monitoraggio di quei soggetti ritenuti socialmente pericolosi al fine di accertare tempestivamente se l’incremento dei loro beni e disponibilità finanziarie possa dipendere dallo svolgimento di attività criminali. Tra le più sintomatiche variazioni patrimoniali non comunicate emerge anche una relativa alla compravendita di un’imbarcazione del valore di circa 100.000 euro. Accanto al sequestro dei beni per un valore equivalente a quello delle variazioni patrimoniali è scattata anche la segnalazione alla Procura della Repubblica ed ora il soggetto denunciato rischia una condanna fino a sei anni di reclusione.