“Le lavoratrici e i lavoratori del commercio, dei servizi, del turismo, della vigilanza, delle pulizie e delle mense, stanno garantendo in queste difficili giornate un servizio fondamentale a tutta la cittadinanza sostenendo uno sforzo che va ben oltre le loro possibilità e, talvolta, oltrepassa persino le loro competenze ordinarie” – dichiarano le Segreterie Filcams Cgil Modena, Fisascat Cisl Emilia Centrale, Uiltucs Uil Modena e Reggio Emilia –

“Il lavoro in questi giorni è svolto in condizioni estreme, spesso sottovalutando le problematiche legate alla sicurezza che, mai come oggi, assume un carattere di eccezionale priorità. Nelle ultime settimane abbiamo assistito a centri commerciali presi d’assalto, a strutture sanitarie vicine al collasso, a situazioni limite in cui i lavoratori sono stati esposti in prima linea.

Per non parlare degli ospedali dove lavorano gli invisibili: i lavoratori degli appalti della distribuzione pasti e delle pulizie ai quali spesso non sono state consegnate mascherine e gel disinfettante. Negli ospedali gli addetti alle pulizie sono considerati fantasmi pur svolgendo un’opera di pulizia e sanificazione che, oggi, risulta ancor più fondamentale per arginare il dilagare del virus”.

“Il decreto 8 marzo 2020, art.1 comma r, prevede tassativamente il rispetto delle distanze di sicurezza, di cui l’allegato 1 comma d, e/o del rispetto all’accesso contingentato per evitare assembramenti di persone.

Stiamo riscontrando in gran parte delle aziende – proseguono Filcams Cgil, Fisascat Cisl Emilia Centrale e Uiltucs Uil – in particolare nella grande distribuzione e nelle mense, una condizione di non ottemperanza a tale normativa (assenza di barriere fisiche in caso di distanza inferiore al metro) con potenziali gravi pericoli in particolare per gli addetti alle casse. Inoltre, rileviamo anche l’assenza della minima tutela aggiuntiva, come una mascherina o un paio di guanti, che rendano più protetti tutti i lavoratori addetti al contatto con il pubblico e gli addetti alla vigilanza, alle pulizie, alla distribuzione pasti in strutture pubbliche e/o private”.

“Reputiamo gravissima questa condizione – proseguono i sindacati – e sollecitiamo urgentemente le aziende ad attenersi scrupolosamente alle disposizioni a tutela della salute previste e a compiere uno sforzo maggiore per la tutela della salute dei lavoratori. Non è sufficiente limitare gli accessi, è indispensabile intervenire seriamente su tutti i reparti più critici, in ogni luogo di lavoro, al fine di contenere il dilagare del virus e garantire, dove necessario, la giusta distanza tra le persone.

In tutto questo crediamo sia fondamentale che gli RLS, le RSU e le OOSS pretendano le revisioni dei DVR(Documenti di valutazione dei rischi), collegandoli alla situazione attuale e imponendo misure di sicurezza che potrebbero essere utili anche in futuro e non solo nei casi di gravità come quello attuale, pur ricordando che la responsabilità dell’adozione di misure di contenimento rimane in capo al datore di lavoro e al medico competente”.

I sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil “sono poi vicini a tutte quelle lavoratrici e lavoratori che in seguito al Dpcm del 11 marzo hanno visto chiudere i loro luoghi di lavoro. Ci rivolgiamo alle imprese  per invitarle ad adottare al più presto gli ammortizzatori sociali.

Vogliamo esprimere vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori di tutti i comparti del terziario, cercando di fargli sapere che anche oggi siamo al loro fianco cercando di stimolare le aziende al rispetto delle regole e delle misure di urgenza.

Vogliamo però, soprattutto, ringraziare le lavoratrici e i lavoratori che, in questa delicatissima fase, stanno rischiando tantissimo anche per permettere al paese di restare in piedi. Comprendiamo le difficoltà e non sottovalutiamo l’impatto psicologico al quale i lavoratori sono sottoposti”.