“Un piccolo pensiero per arrivare nelle vostre case, non solo con video e messaggi, ma anche con qualcosa di concreto. Qualcosa da stringere fra le mani, in un momento in cui il contatto è impossibile. Per farvi sentire che ci siamo, che vi pensiamo e che sappiamo quanto siano difficili queste giornate, quanto lo siano per tutti, ma per voi ancora di più.

Un abbraccio, anche se a distanza”.

Queste parole di Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, e Annalisa Rabitti, assessore alle Pari opportunità e Città senza barriere, accompagnano gli oltre 400 pacchi-regalo che in questi giorni, nell’ambito del progetto “Distanti ma uniti”, stanno ricevendo a casa propria le tante persone con disabilità fruitrici di servizi socio-occupazionali, costrette ormai da oltre un mese a rimanere a casa per il lockdown disposto dalla Presidenza dei Ministri nella lotta al contagio da Covid-19.

“Distanti ma Uniti” è il progetto che Reggio Emilia Città Senza Barriere, su proposta di Errepiù, associazione di promozione sociale per il progresso della ricerca in applied behavior analysis, ha realizzato insieme ai gestori dei servizi socio-occupazionali: Consorzio Oscar Romero, Cooperative sociali Coress e L’Ovile, referenti e operatori dei servizi Nessuno Escluso, Cto, I-Lab, Sil, Progetti Collettivi, Art Factory, I Raccontastorie, Marina Sensati e Marco Zanichelli del team di lavoro del progetto RECSB, l’artista Emanuele Sferruzza. A questa iniziativa collaborano anche Reggiana Calcio, Farmacie Comunali Riunite e Associazione K-Lab, che hanno offerto materiali per i doni.

Il progetto prevede di recapitare a casa di persone in condizione di fragilità un pacco personalizzato per supportare e proseguire nel proprio domicilio le attività allestite a distanza dai servizi socio-occupazionali. Il valore del dono è essenzialmente simbolico, ma è un mezzo per esprimere vicinanza anche affettiva in questo momento particolare. “Un modo per dirci reciprocamente quanto ognuno pensa all’altro – riferiscono gli operatori coinvolti nell’iniziativa – quanto si desidera e si spera di continuare in tanti modi diversi a costruire azioni positive che ci facciano sentire parte di una comunità. Una collettività che ci pensa, che ci ha presenti, che conosce e supporta le fragilità di ciascuno”.

È certamente un modo per sostenere le famiglie, per non lasciarle sole in un momento così delicato e difficile, in cui anche la routine della quotidianità diventa una sfida che può mettere a dura prova le relazioni parentali. Perché ora la fragilità va affrontata senza possibilità di delega o aiuto da parte di altri.

“Questo piccolo dono – precisa l’assessore Rabitti – è il contributo di tanti soggetti, ognuno dei quali in modi diversi ha reso possibile l’iniziativa. Ed è questo aspetto corale che la rende ancora più importante”.

Maggiori informazioni sui progetti a distanza: https://www.cittasenzabarriere.re.it/da-casa-mia/