“Non è terminata la fase dell’emergenza, ma se i trend statistici dei dati sanitari fossero confermati, la prospettiva di uscire dalla fase di lockdown il 3 maggio sarebbe concreta e praticabile”, ha sottolineato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli in Consiglio comunale, mercoledì 22 aprile in occasione della nuova comunicazione sull’emergenza epidemiologica da Covid-19 che è stata preceduta da un minuto di silenzio dedicato alle vittime della malattia, con un riferimento particolare all’operatrice sanitaria di Villa Margherita Anna Caracciolo e al medico Manuel Efrain Perez, presidente dell’associazione Fratres Mutinae.

“Non bisogna allentare assolutamente l’attenzione, ma i miglioramenti dei numeri sono evidenti”, ha detto il sindaco ringraziando il mondo della sanità, Protezione Civile, Forze dell’Ordine a tutti i livelli e i modenesi per l’atteggiamento responsabile che hanno avuto. Un aspetto sostanzialmente confermato dai risultati dell’attività svolta dalla Polizia locale per il rispetto delle disposizioni per il contenimento del Coronavirus: dall’uscita del Dpcm sono state fermate 2.497 durante 792 controlli mirati, mentre sono state solo 40 le denunce e 173 le sanzioni.
Ai cittadini il Comune ha distribuito complessivamente 84 mila mascherine, quindi anche una dote aggiuntiva frutto di propri approvvigionamenti e di donazioni, oltre alle 80mila fornite dalla Regione che sono state distribuite grazie a Gruppo comunale dei Volontari di Protezione Civile, associazioni già impegnate nella distribuzione di generi alimentari, edicole, Acer, Portobello, Croce Blu, Croce Rossa, Caritas Parrocchiale, Porta Aperta, Agesci, Auser e anche attraverso i gruppi di Controllo d Vicinato e i Cittadini Attivi di Quartiere.
Continua inoltre il lavoro del Settore Servizi Sociali per l’assegnazione dei buoni spesa grazie all’ordinanza di Protezione Civile legata all’emergenza alimentare che ha portato a Modena 983mila euro che l’amministrazione ha suddiviso in due filoni: da un lato i buoni spesa, e dall’altro lato acquisti alimentari e beni di prima necessità per le fragilità più conclamate attraverso la rete del Terzo Settore (circa 250mila euro). Le domande totali raccolte per l’ottenimento dei buoni spesa sono state 4.392; ad oggi ne sono state esaminate 2.567 per verificarne i requisiti. E sono già stati erogati i buoni a 948 famiglie per un valore totale di 287.500 euro circa con un importo medio a famiglia di 303,2 euro.
Per quanto invece riguarda gli aspetti sanitari, il sindaco Muzzarelli ha fornito al Consiglio i dati elaborati dall’Azienda Usl a livello provinciale e aggiornati al 22 aprile. Il numero delle persone positive al virus dall’inizio dell’emergenza nella provincia di Modena è 3.471, in aumento dello 0,7 per cento rispetto a ieri. Un trend di crescita in nettissimo calo rispetto agli inizi di aprile quando era circa del 4 per cento. Le persone oggi ammalate sono 1.794; sono 747 i tamponi effettuato ieri a livello provinciale, di cui solo 23 positivi. I ricoverati nella provincia di Modena sono 223, di cui 36 in terapia intensiva. I decessi complessivi dall’inizio dell’emergenza sono stati 378 (di cui 50 in città) e il totale dei guariti è di 1.308.
Intenso è stato il lavoro effettuato ininterrottamente nell’ambito del Ccs, il Centro Coordinamento Soccorso, in cui si confrontano i soggetti coinvolti nel sistema di Protezione Civile. Nell’ultimo mese, il Ccs ha concentrato particolare attenzione all’attività di gestione dell’emergenza nelle Case Residenza Anziani.
Complessivamente nella provincia vi sono 52 strutture per un totale di 3.254 posti; 16 quelle dove è entrato il Covid-19. Al 20 aprile, gli ospiti positivi al virus isolati in struttura sono 255 (7,6% sul totale) e quelli deceduti 124 (3,6% sul totale); 19 i guariti, mentre gli operatori con Covid 19 sono 183. Le azioni messe in campo dall’Azienda Usl nei confronti delle Cra si declinano su tre fronti: formazione, supporto e sostegno clinico; l’Ausl si è inoltre attivata per la fornitura straordinaria di dispositivi di protezione.
A Modena, delle 16 strutture esistenti (per mille posti letto complessivi), tre sono attualmente interessate da focolai di Covid 19: Villa Margherita, Guicciardini e San Giovanni Bosco. Per queste c’è stato un monitoraggio ed un supporto importante da parte dell’Ausl attraverso la consulenza di medici specialisti, la fornitura dei Dpi e di personale infermieristico e il supporto per la ricerca di personale. Sono state anche ampliate le ore del medico di struttura attraverso l’affiancamento sul posto di nuovi dottori. Gli incontri di formazione sono stati anche occasione per confrontarsi sulle misure organizzative da adottare nell’assistenza agli ospiti con sospetta o accertata infezione prevedendo una collocazione separata nella struttura, mentre il supporto fornito ha riguardato anche la gestione clinica dei casi aumentando anche la presenza medica. Le nuove immissioni di persone dimesse dall’ospedale sono state effettuate solo in presenza di tampone negativo e raccomandando comunque un periodo di 14 giorni di isolamento. Attualmente a Villa Margherita sono arrivati i primi 12 tamponi con esito negativi di ospiti prima malati e quindi la situazione pare evolvere verso un miglioramento. Nella San Giovanni Bosco sono stati eseguiti i tamponi su tutti gli ospiti, anche gli asintomatici e diversi anziani malati e risultati positivi paiono in via di miglioramento.

“SE NON RIPARTE IL LAVORO, IL RESTO NON HA SENSO”

“Il tema della fine del lockdown e sul come avverrà una ripresa graduale e in sicurezza sono la priorità per l’Italia e per il nostro territorio”, ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli parlando al Consiglio comunale mercoledì 22 aprile in relazione all’emergenza Coronavirus.

“Il dialogo con il Governo è aperto e io auspico che il lavoro possa ripartire e che le grandi filiere aziendali presenti in Emilia-Romagna, soprattutto con vocazione all’internazionalizzazione, siano messe nelle condizioni di riavviare le produzioni, perché in regione ci sono 500mila persone in cassa integrazione e oltre 300mila posti di lavoro a rischio. Se non riparte il lavoro, tutto il resto non ha senso e anche i bilanci dei Comuni diventano insostenibili e la chiusura dei servizi passa da ‘fantascienza’ a una drammatica opzione sul tavolo”, ha continuato Muzzarelli sottolineando la partecipazione di pochi giorni prima al Tavolo Unico del Lavoro convocato dalla  Regione per arrivare a una proposta condivisa da sottoporre all’esecutivo nazionale”.

Il sindaco ha quindi ricordato i nuovi provvedimenti nazionali che sul fronte economico hanno caratterizzato le ultime tre settimane con significative ricadute sugli enti locali come il Decreto Liquidità Imprese che contiene importanti garanzie per imprese, artigiani, autonomi e professionisti, mentre il decreto Cura Italia-Marzo è prossimo alla conversione in legge. Al Senato sono intervenuti alcuni emendamenti che non modificano di tanto l’impatto per gli Enti Locali e in particolare, per quanto riguarda gli articoli 48, sono in corso diverse interlocuzioni con gli altri Comuni e la Regione per arrivare ad un’applicazione sostenibile e il più possibile uniforme. Sempre con riferimento agli stanziamenti del Cura Italia-Marzo, dopo l’anticipo del Fondo Solidarietà Comuni, già incassato, sono arrivate le prime circolari ministeriali che quantificano le ripartizioni dei fondi per i Comuni. Al momento sono arrivate le risorse che fanno riferimento agli articoli 114 e 115, rispettivamente per gli straordinari e dotazioni di Polizia locale e per il concorso al finanziamento delle spese di sanificazione e disinfezione degli uffici, degli ambienti e dei mezzi: nel complesso sono circa 280mila euro.

Il Comune di Modena parteciperà poi al bando regionale di sostegno allo smart working degli enti locali che finanzia progetti fino ad un massimo di 150mila euro, un provvedimento che risponde ad una primissima istanza di aiuto per la riorganizzazione del lavoro all’interno dell’ente.

“Il tema della riorganizzazione del lavoro nella Pubblica Amministrazione dopo la fase di attraverso modalità digitali e decentrate, sarà infatti cruciale emergenza – ha affermato il sindaco – e varrà per tutti i livelli: nazionale e locale. Per gestire l’emergenza il Comune di Modena ha ricorso in fretta all’utilizzo massiccio dello smart working. Ad oggi i dipendenti comunali che svolgono il lavoro in modalità “agile” sono circa 900, ovvero il 60% del personale complessivo del Comune e tale modalità ha riguardato trasversalmente tutti i settori e i diversi profili professionali ad eccezione delle figure la cui presenza fisica è correlata alla tipologia di mansione, come gli operatori della Polizia locale, del pronto intervento e manutenzione e dei Servizi sociali.

La risposta alla situazione contingente è stata rapida ed efficace ed ha coinvolto un numero significativo di persone. Nel mese di marzo lavoravano negli uffici 667 persone (42,65% del totale) mentre erano impegnate da casa ben 897 persone (57,35% del totale). Lo si è potuto fare grazie all’incremento delle dotazioni informatiche e il collegamento da remoto tramite Vpn che consente al personale di accedere a tutte le procedure e alle banche dati dell’Ente, nonché le piattaforme per le video riunioni.