“I rapporti di collaborazione del carcere di Sant’Anna con il Comune e la città sono proficui e solidissimi e, se in futuro il Consiglio sarà interessato, faremo richiesta alla Direzione per consentire ai consiglieri di effettuare una visita alla Casa circondariale, come già avvenuto nella scorsa consiliatura”.

Lo ha precisato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 4 giugno, in risposta all’interrogazione, trasformata in interpellanza, di Sinistra per Modena presentata dal consigliere Vincenzo Walter Stella sulla rivolta che si è verificata domenica 8 marzo alla Casa circondariale di Sant’Anna, così come nelle carceri di altre città italiane, legata alle restrizioni sulle visite di parenti e conoscenti nella situazione di emergenza sanitaria e alle preoccupazioni per la possibilità di contagio da Coronavirus. La rivolta, si è conclusa senza alcun detenuto evaso ma con il tragico bilancio di 9 morti, diversi feriti e con la devastazione della struttura tuttora chiusa in attesa di ripristino.
Il consigliere ha chiesto in particolare in quali termini l’Amministrazione ha seguito tali accadimenti, se l’Amministrazione è a conoscenza delle azioni disposte dalla struttura carceraria per affrontare la fase di emergenza sanitaria per Covid-19, e quali e quanti danni ha subito la struttura.
Il sindaco ha sottolineato che “quanto accaduto è stato drammatico, gravissimo e doloroso. Ci tengo a ribadire che occorre fare chiarezza sulle cause e sulle responsabilità, ma senza speculazioni. Saranno le indagini e la magistratura competente a stabilire con certezza la verità e le diverse responsabilità penali e civili – ha proseguito – mentre la politica, di fronte a un episodio del genere, non deve limitarsi a commenti o giudizi, ma deve adoperarsi per analizzare le cause e trovare soluzioni, non ricordandosi della situazione delle carceri italiane solo quando si verificano tragedie”.
Muzzarelli ha quindi ripercorso gli avvenimenti dell’8 marzo precisando di avere seguito personalmente le fasi più angosciose della vicenda: “In attesa che giungessero sul posto i rinforzi delle Forze dell’Ordine e per tutto il tempo ritenuto necessario – ha spiegato – due pattuglie della Polizia Locale sono rimaste all’interno dell’area della Casa circondariale, mentre ulteriore personale è stato impiegato per interdire al transito le strade di accesso. L’impegno ai posti di controllo sulla viabilità circostante è proseguito fino a notte inoltrata e anche i giorni seguenti al fine di agevolare il transito dei mezzi operativi e di polizia”.
“A nome di tutta la città – ha continuato Muzzarelli – ho espresso solidarietà agli agenti, agli operatori e al personale sanitario impegnati nella vicenda, cordoglio per le vittime e per le loro famiglie, e condanna per gli atti vandalici dei giorni successivi compiuti da ignoti in diverse vie del centro storico. Ho poi rivolto un appello al Governo e alle autorità competenti per il rapido ripristino del carcere per la sicurezza della città e del territorio; su questo attendiamo risposte e impegni chiari. Nel decreto Cura Italia-marzo sono stati stanziati 20 milioni di euro per il ripristino delle carceri e gli interventi di sicurezza in materia di Covid e, in occasione della Festa della Repubblica, il Prefetto Faloni ha dichiarato pubblicamente che il carcere tornerà presto ad avere piena operatività, attraverso un percorso a step progressivi che è inevitabilmente legato anche al confronto tra operatori del settore e Governo”.
Rispetto alle misure anti Covid prese all’interno del carcere, la Direzione del Sant’Anna ha comunicato all’Amministrazione che sin dalla primissima fase di emergenza sono stati sottoscritti con l’Ausl accordi per prevenire e contenere i contagi. Tutti i soggetti che entrano in carcere sono sottoposti a isolamento sanitario precauzionale per 14 giorni e a tampone. Per i detenuti già presenti, viene eseguito il tampone in caso di sintomi riconducibili al Covid-19 e i compagni di cella vengono tenuti in isolamento fino all’esito del tampone.
Muzzarelli ha infine aggiunto che, dopo quanto accaduto, la Giunta ha incontrato le associazioni e la società civile storicamente impegnate in attività di recupero e inclusione nei confronti dei detenuti: “C’è la necessità di stare accanto a questi volontari provati da quanto accaduto e di affiancare il loro impegno e i loro sforzi, a partire dall’associazione Carcere Città e da Paola Cigarini, che ringrazio. L’Amministrazione, assieme al Terzo Settore e al Sociale – ha concluso – continuerà ad impegnarsi affinché l’articolo 27 della nostra Costituzione trovi piena applicazione quando dice che ‘le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’”.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO SULLA RIVOLTA AL S.ANNA

Sono diversi i consiglieri comunali intervenuti in Consiglio comunale oggi, giovedì 4 giugno, nel dibattito sulla rivolta dei detenuti al carcere Sant’Anna dello scorso 8 marzo scaturito dall’interrogazione, trasformata in interpellanza, di Sinistra per Modena.

Barbara Moretti di Lega Modena ha sottolineato come “il bilancio umano e strutturale di quanto accaduto a Modena sia stato forse uno dei peggiori. Ciò è derivato dalla debolezza dei sistemi di protezione della struttura”, ha aggiunto sottolineando che “manca una sala regia e le telecamere nei punti strategici sono carenti. Oggi, dopo quanto accaduto, la situazione è ovviamente ulteriormente peggiorata. Vorrei sensibilizzare il sindaco a perorare la causa perché sia data priorità al nostro carcere nell’accesso ai fondi e perché venga migliorata la condizione del personale penitenziario”. Giovanni Bertoldi ha parlato di “episodio assai doloroso” e ha sollecitato a “fare quanto possibile per ripristinare le strutture e diluire il sovraffollamento del Sant’Anna. Ripristinare la Casa circondariale – ha aggiunto – permetterà alle famiglie di incontrare i detenuti che oggi sono in altre strutture in condizioni difficili”. Il consigliere ha chiesto, inoltre, al sindaco di attivarsi “affinché la struttura venga migliorata, con una azione che vada anche a favore di chi lavora in carcere, affinché possa farlo in condizioni migliori”.

Il capogruppo del Pd Antonio Carpentieri ha evidenziato che “la struttura ha aspetti tecnici senz’altro da migliorare. Non dobbiamo dimenticare il sovraffollamento quantitativo, che ha avuto effetti nefasti durante la fase dell’emergenza da Covid, e dobbiamo farcene carico assieme al tema dei rapporti con la città. Il carcere non è un corpo estraneo ma è un contenitore integrato nel tessuto cittadino, con il quale tante associazioni di volontariato hanno collaborato. Modena – ha aggiunto – dà prova di avere risorse umane che lavorano per tessere fila della struttura e dei reclusi con il quartiere e con la città”.

Per Paola Aime dei Verdi “la dignità e la sicurezza non possono essere garantite in situazioni di sovraffollamento. Questo diventa ostativo per la funzione rieducativa delle carceri e, a cascata, per la tutela dei cittadini. Non possiamo essere felici del ripristino degli spazi del Sant’Anna a come erano il 7 marzo – ha proseguito – ed è vero che il Comune non ha competenze dirette sulle carceri, ma esiste un dovere civico di vigilare e interloquire, anche assieme alle associazioni, affinché il luogo di detenzione sia degno”.

Secondo la capogruppo di Sinistra per Modena Camilla Scarpa “è necessario accendere i riflettori sulle condizioni di vita nelle carceri, non solo sul problema sovraffollamento. E’ ora di fare una riflessione seria per la riforma del sistema penitenziario – ha aggiunto – bisogna approfittare dell’occasione per favorire azioni educative anziché punitive come previsto dalla Costituzione, anche per la socializzazione dei detenuti. Il carcere di Sant’Anna va ripristinato il prima possibile – ha concluso – e vanno ripresi i percorsi avviati da tante associazioni per i detenuti”. Nella replica, il consigliere interrogante Vincenzo Walter Stella ha convenuto che “si tratta di un tema da affrontare in ambito nazionale, ma è positivo che l’8 marzo il sindaco si sia impegnato ad accertare in prima persona quanto stesse avvenendo in questa vicenda eccezionale. È necessario – ha aggiunto – mantenere viva l’attenzione e farsi portavoce delle condizioni logistiche, di sovraffollamento e del rapporto tra forze dell’ordine e detenuti. Le carceri devono essere considerate in primis luogo di recupero e non solo di repressione”.