Lei, una cittadina ungherese 34enne, fingendosi un’operatrice turistica vendeva soggiorni fantasma facendosi accreditare i costi delle inesistenti vacanze in un conto corrente che aveva aperto, utilizzando documenti falsi, in una filiale bancaria di Reggio Emilia. Gli importi venivano poi riciclati con bonifici in due conti correnti esteri risultati intestati a un 50enne e alla compagna 60enne di Genova.

Questi ultimi hanno cercato di tirarsi fuori dal giro del malaffare sostenendo che i conto erano stati accesi a loro insaputa con i rispettivi documenti d’identità che avevano denunciato smarriti ma i carabinieri hanno trovato i documenti dichiarati smarriti in loro possesso. Per questo motivo, i militari della stazione di Cavriago hanno denunciato alla Procura reggiana per truffa e per uso di documenti falsi la 34enne ungherese, in Italia senza fissa dimora, e per false attestazioni a pubblico ufficiale un 50enne genovese e la compagna convivente 60enne. I tre inoltre sono accusati anche di concorso in riciclaggio.

Ad attivare i carabinieri di Cavriago sono stati i movimenti sospetti registrati su un conto corrente acceso da una sedicente parrucchiera presso una filiale bancaria reggiana. In particolare il conto registrava continui movimenti di danaro sia in entrata che in uscita sebbene lo stesso era stato aperto per ricevere il bonifico dello stipendio della presunta parrucchiera che l’aveva acceso. Quando sul conto sono risultati essere confluiti denari frutto di una truffa online concernente la vendita di una vacanza fantasma, i carabinieri hanno svolto le indagini accertando che il conto era stato acceso con l’utilizzo di documenti falsi. Nel corso delle indagini i carabinieri identificavano la donna che gestiva materialmente il conto, risultata essere una cittadina ungherese 34enne che fingendosi operatrice turistica faceva truffe online. Una volta accreditati i soldi la donna li girava poi in due conti di altrettante banche ubicate in Germania. I carabinieri a questo punto identificavano gli intestatari dei due conti risultati essere due conviventi di Genova, che tuttavia si sono chiamati fuori disconoscendo i conti accesi, a loro modo di vedere, con l’utilizzo dei rispettivi documenti d’identità che i due avevano denunciati smarriti. Un escamotage che non ha assicurato alla coppia l’impunità dal momento che i carabinieri hanno trovato in loro disponibilità i documenti denunciati smarriti. Si è quindi scoperto che i tre in concorso tra loro riciclavano i proventi delle truffe compiute dall’ungherese. Alla luce dei fatti gli stessi venivano denunciati alla Procura reggiana in ordine ai citati riferimenti normativi violati.