Si chiude venerdì 3 luglio l’edizione 2020 di Ragazze Digitali, il Summer Camp gratuito rivolto a ragazze di terza e quarta superiore sui temi fondamentali dell’informatica, organizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia con la collaborazione dell’associazione European Women Development Management e il contributo della Fondazione di Modena; un progetto che quest’anno si è tenuto interamente in modalità online e che, dopo sette edizioni, rimane unico sul territorio nazionale.

La forma di partecipazione da remoto, nonostante abbia rappresentato una grande sfida sia per le ragazze che per gli organizzatori, ha permesso di abbattere le barriere territoriali, come testimonia la presenza di numerose partecipanti da fuori regione e da città quali Firenze, Torino e Pordenone.

A sottolineare il carattere innovativo dell’iniziativa si aggiunge il fatto che, per il secondo anno, la formazione delle ragazze del terzo e quarto anno delle superiori coinvolte è stata interamente affidata ad un gruppo di ragazzi universitari (Andrea, Camilla, Chiara, Federica, Federico, Francesco, Jacopo, Lisa, Vincenzo) che si sono auto-organizzati.

Il Prof. Michele Colajanni, coordinatore dell’iniziativa insieme alla Prof.ssa Claudia Canali, ha  commentato “E’ un ritorno senza eguali aver offerto l’opportunità ai giovani di formare altri giovani. Questa buona pratica andrebbe estesa a tutti i settori di questo amato Paese. La ripartenza passa dai giovani, non c’è dubbio”.

I contenuti didattici del camp sono stati adattati alla nuova modalità online, per continuare ad offrire come nelle edizioni precedenti un approccio divertente e creativo all’apprendimento dell’informatica, mantenendo attività basate sul lavoro di gruppo. Le 75 ragazze partecipanti sono state divise in due percorsi paralleli: uno sulla programmazione di videogiochi (Ada), l’altro sullo sviluppo di siti Web.

Il percorso Ada ha usato il gioco per veicolare alle ragazze le basi del pensiero algoritmico e dell’utilizzo di strumenti grafici e interattivi, competenze fondamentali per essere protagoniste della società digitale. Il percorso Web è partito invece dalle basi di HTML e CSS per poi realizzare siti che rispecchiassero i loro interessi e le loro passioni.

“Le ragazze hanno appreso non solo il linguaggio per la realizzazione di pagine web – ha aggiunto il prof. Colajanni -, ma anche la capacità di lavorare in gruppi e di risolvere problemi a distanza. Tramite Google Meet, è stato simulato il passaggio tra i banchi, creando sei diverse aule virtuali, una per ogni gruppo, in cui lasciare lo spazio alle ragazze di confrontarsi tra loro, ma anche di poter interagire con i tutor in caso di difficoltà”.

Durante il camp quattro ospiti d’eccezione si sono raccontate alle ragazze portando la propria esperienza personale e lavorativa quali esempi concreti in grado di rompere gli stereotipi di genere e offrendo al tempo stesso una visione della varietà dei campi applicativi e delle opportunità lavorative dell’informatica: Letizia Manzieri (Cisco), Michela Meo (Politecnico di Torino), Sonia Montegiove (Tech Economy) e Lara Oliveti (Melazeta digital agency).

L’ultima giornata è stata conclusa dai tre supporter storici dell’iniziativa Ragazze Digitali: l’Assessora Ludovica Carla Ferrari del Comune di Modena, l’Ing. Paolo Cavicchioli, Presidente della Fondazione di Modena, e la Dott.ssa Donatella Davoli, Direttore generale di Iren e Presidente dell’associazione EWMD.

“Partecipare all’ultima giornata del Summer Camp di Ragazze Digitali è stata per me una bellissima esperienza – ha commentato il Presidente della Fondazione di Modena, Paolo Cavicchioli -. E ringrazio gli organizzatori, in primo luogo il professor Colajanni e la prof.ssa Canali, per avermi dato l’opportunità di incontrare un gruppo di ragazze entusiaste, motivate e pronte a raccogliere la sfida del futuro. La drammatica esperienza della pandemia rappresenta uno spartiacque per il nostro modo di vivere e di pensare. Quindi anche per il rapporto con il mondo digitale che sempre più entrerà a far parte delle nostre vite. Ho avuto la netta percezione che le giovani partecipanti al Summer Camp avessero non solo piena coscienza dei tempi straordinari che stiamo attraversando ma fossero già proiettate verso un tempo in cui le competenze informatiche non saranno più un utile accessorio ma una componente fondamentale della formazione, del lavoro e del tempo libero di ciascuno di noi. Tutto questo ci conferma di aver fatto la scelta giusta, come Fondazione, nell’aver sostenuto con convinzione questo importante progetto del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena”.

“Tutti questi giovani meritano il nostro plauso, ma adesso si apre la sfida più difficile. Ritengo sia un nostro dovere operare per far sì che certe energie non vadano disperse, offrendo a questi coraggiosi docenti ventenni e a queste validissime studentesse le opportunità e le posizioni che meritano nella società digitale”, conclude il prof. Colajanni.