Questa mattina la Funzione Pubblica della CGIL Emilia-Romagna si è presentata davanti a Villa Erbosa, una delle grandi aziende sanitarie private del territorio di Bologna, per denunciare – afferma una nota – “l’ennesima vergogna perpetuata da imprenditori che vogliono fare affari sulla pelle di lavoratrici e  lavoratori esausti di fronte a comportamenti inammissibili”.

“Succede infatti che il loro contratto sia scaduto dal 2007 e ora devono pure assistere all’ennesimo vergognoso balletto di chi non vuole tirare fuori i soldi necessari al rinnovo. In realtà un nuovo contratto nazionale è stato sottoscritto, la firma definitiva è attesa per il 31 luglio, ma Aris e Aiop hanno ben pensato di darsi alla macchia, scaricando ancora una volta, colpevolmente, la responsabilità sulle Regioni che in alcune zone d’Italia non vorrebbero garantire i rinnovi dei contratti di fornitura”.

“Nel frattempo questi grandi gruppi industriali non conoscono crisi, anzi crescono sempre di più, e sono pronti a sottoscrivere contratti di collaborazione con politici di tutta Italia.

Non c’è più senso del pudore e, di conseguenza, noi non possiamo più tacere – continua FP Cgil – . Chi usufruisce di questi servizi deve sapere che grandi gruppi industriali crescono non certo per chissà quali capacità imprenditoriali, ma facendo profitti sulla pelle di lavoratrici e lavoratori sottopagati in organici sottodimensionati rispetto al pubblico”.

“Angeli, eroi. I lavoratori della sanità privata sono stati chiamati in tanti modi durante il lockdown. Poi di nuovo sfruttati nel giro di pochi mesi. Quindi – spiega Mario Iavazzi, responsabile della Sanità privata FP CGIL Bologna – non ci sono alternative: il contratto va ratificato entro il mese di luglio e basta”. “Sono imprenditori, quelli della sanità privata – aggiunge Marco Blanzieri, responsabile Sanità regionale FP CGIL Emilia-Romagna -, che vogliono risparmiare sui costi del lavoro. Peccato che i loro volumi di affari aumentino costantemente. La stipula di consulenze con politici da parte dei grandi gruppi è prassi consolidata. Noi vogliamo invece che i soldi finiscano nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori. Per far questo c’è un’unica strada, quella che passa dal rinnovo immediato dei contratti”.