“Non mettiamo in dubbio le difficoltà enormi che il nostro sistema sanitario nel suo complesso sta facendo per curare le persone e tracciare i contagiati in modo di avere risposte sul diffondersi della pandemia e poterla contenere entro numeri sostenibili dal sistema. Ogni giorno il pensiero va a chi non ce l’ha fatta e ai pazienti ricoverati in terapia intensiva.

Ad oggi nessuno è in grado di definire causa e effetto sul dove si può avere contratto il virus e sicuramente la ricerca dei contatti aiuta a limitarne la diffusione.

Si è provato dopo la stagione estiva ad attivare protocolli sulla possibile e auspicata riapertura delle scuole e di cercare di fare le cose nella massima sicurezza. Ci rendiamo conto che l’illusione coltivata per tutta l’estate ci desse la speranza che  le cose potessero cambiare. Ora stiamo andando di nuovo incontro ad un nuovo semi-lockdown che colpisce attività collaterali  finchè si vuole ma molto importanti nell’economia del paese. Ristorazione, cinema e teatri, aperti da luglio con un protocollo rigorosissimo, ristoranti, che chiedevano solo di essere ascoltati per restrizioni che non avrebbero avuto grande sofferenza sulla loro attività (tipo un solo turno nella serata) e infine palestre e piscine utili non solo per fare muscoli, ma anche per riabilitare persone colpite da patologie e fratture per le quali è necessaria la riabilitazione e il recupero del tono.

Per le scuole tornano in lockdown le superiori nonostante gli sforzi fatti da presidi, insegnanti e collaboratori nel mettere in sicurezza le aule. Non la scuola ma il sistema dei trasporti e gli orari di ingresso dovevano essere rivisti. Nelle residenze per anziani torna ad agitarsi lo spettro di contagi di massa.

Così si finisce per non soddisfare nessuno: si agisce contro la cultura e questo non è un bene, si agisce contro intere categorie di lavoratori che devono ancora percepire in gran parte le casse integrazioni dei mesi addietro e aziende che già in grande sofferenza potrebbero prendere decisioni irreversibili di chiusura delle attività”.

(il Segretario Generale della CST UIL di Modena e Reggio Emilia Luigi)