Il lavoro femminile oltre gli stereotipi, le infrastrutture sociali necessarie al supporto dei percorsi di vita, l’uso dei fondi comunitari per ridurre il gender gap nelle retribuzioni e non solo. E poi le reti di donne come motori dell’innovazione sociale, il contrasto alle difficoltà di accesso e successo per le studentesse nelle materie scientifiche e tecnologiche: sono questi gli assi su cui non può non fondarsi uno sviluppo sostenibile, che in tutti gli strumenti di programmazione deve prevedere il coinvolgimento e il contributo delle donne, a partire da una Agenda 2030 dell’Onu declinata al femminile e al plurale.

A parlarne questa mattina, in un convegno online titolato “Agenda 2030: femminile plurale” inserito nell’ambito del Festival della Cultura tecnica e seguito da più di 1.000 persone tra cui diverse centinaia di ragazze e ragazzi delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein, l’assessora alle Pari opportunità Barbara Lori e l’assessora alla Scuola, università e ricerca Paola Salomoni, insieme a Mariaraffaella Ferri, consigliera con delega allo Sviluppo sociale della Città metropolitana di Bologna, e a Anna Barbieri, policy officer del dipartimento Lavoro della Commissione europea.

“La priorità delle istituzioni in questa fase è tutelare la salute pubblica e non possiamo immaginare di contrastare questa terribile pandemia con uno sforzo che non sia collettivo, unitario e responsabile- esordisce Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con deleghe al Welfare e al Contrasto delle diseguaglianze-. Ma alla politica spetta anche il compito di non perdere uno sguardo lungo e una visione del futuro, un progetto che non lasci indietro nessuno e che miri a contrastare tutte le diseguaglianze, tra cui quelle di genere, che in questa crisi stanno aumentando”.

“Mi ha fatto molto piacere-ha proseguito Schlein- prendere parte all’incontro ‘Agenda 2030: femminile plurale’ insieme a due colleghe, per la Regione Emilia-Romagna, perché è evidente che scrivere politiche pubbliche senza lo sguardo delle donne vuol dire farlo con un occhio chiuso, perdendo di vista la complessità delle sfide e adottando soluzioni meno efficaci e inclusive. Il nostro impegno nel prossimo futuro- assicura Schlein- sarà rivolto ad adottare la dimensione di genere nelle politiche regionali e nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, tema centrale per l’intero programma di mandato, rispetto al quale intendiamo dotarci di una strategia regionale di attuazione e monitoraggio. Perché – lo dico alle ragazze e ai ragazzi che hanno partecipato a questa iniziativa- se avanzano le donne, a guadagnarci è tutto il Paese”.

“In questo momento per molti versi tragico, le politiche europee metteranno a disposizione una quantità di risorse fino ad oggi impensabili che per l’Italia si incentreranno sulla realizzazione di un’occupazione maggiore e di qualità, a partire dall’inclusione di donne e giovani- spiega Barbara Lori, assessora regionale alle Pari opportunità-. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, le disparità di genere nel mondo del lavoro e nella vita sociale diventano un problema strutturale, e anche in Emilia-Romagna, dove la percentuale di donne occupate è elevata, l’assessorato alle Pari opportunità ha raccolto le molte preoccupazioni e le numerose proposte di associazioni che sul territorio rappresentano le donne nel mondo del lavoro. Ne è scaturito un documento-proposta condiviso, in larga parte recepito all’interno del ‘Patto per il Lavoro e per il Clima’- conclude Lori-: ci aspettiamo possano emergere concrete azioni a sostegno di un nuovo lavoro al femminile che coniughi conciliazione, rapporti paritari ed equi, nuove opportunità in campo tecnico e scientifico”.

“L’Agenda per lo sviluppo sostenibile ci chiede espressamente che entro il 2030 ogni donna e ogni uomo possano avere accesso equo a un’istruzione tecnica di qualità- ricorda Paola Salomoni, assessora regionale alla Scuola, università e ricerca-. È solo attraverso strumenti come questo festival che possiamo davvero raggiungere le nuove generazioni e coinvolgere ragazze e ragazzi in un percorso che li faccia riflettere dell’importanza delle discipline tecniche nella vita di tutti i giorni e sul valore che queste possono avere per affrontare il lavoro. Anche oggi abbiamo discusso il ruolo importante di contrasto ai ‘bias di genere’, che nei settori tecnici è ancora molto forte- conclude Salomoni- e che deve essere superato immediatamente partendo dalla scuola e con la sinergia di tutte le iniziative che possiamo mettere in campo grazie alle nostre università ed ai nostri centri di ricerca”.

“Abbiamo voluto collegare idealmente il convegno di oggi alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, per ribadire che sempre la cultura deve vederci uniti, come istituzioni e come donne e uomini, nel contrastare e sconfiggere questo ignobile fenomeno. Una responsabilità questa del tutto coerente con gli Obiettivi dell’Agenda per lo Sviluppo sostenibile- dichiara Mariaraffaella Ferri, consigliera delegata allo Sviluppo sociale e al Contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere della Città Metropolitana di Bologna-. Perché, come ci ricorda Mahnaz Afkhami, presidente della Ong ‘Women’s Learning Partnership, lo status delle donne nella società è diventato lo standard attraverso il quale si può misurare il progresso dell’umanità verso la civiltà e la pace. Con questo spirito –prosegue Ferri – la Città metropolitana è impegnata a favore della parità di genere e di contrasto agli stereotipi. Tra questi, i tanti interventi all’interno del sistema educativo, come gli ‘Sportelli Technoragazze’, i ‘Technoragazze Days, Sono cose da maschi? – azioni per il contrasto a stereotipi e discriminazioni nei confronti dei maschi’ e la formazione per docenti e laboratori per studentesse/studenti per il riconoscimento e il superamento degli stereotipi di genere nella comunicazione verbale, scritta e per immagini,in collaborazione con l’Università di Bologna”.

Insieme alle istituzioni metropolitane, regionali ed europee, hanno portato il loro contributo al confronto anche diverse rappresentanti del mondo dell’università, della ricerca e dell’imprenditoria: dalla professoressa Francesca Soavi, docente di Chimica inorganica dell’Università di Bologna e co-fondatrice della startup ‘Bettery’- che ha brevettato la batteria liquida con la maggiore energia specifica mai riportata-, alla ricercatrice Mariangela Ravaioli, scienziata che si occupa di biogeochimica per il Consiglio nazionale delle ricerche, fino ad arrivare ad Anna Fiscale, imprenditrice sociale che ha fondato il brand di moda etica Quid, dove persone con trascorsi di fragilità creano capi sostenibili utilizzando tessuti di rimanenza.

L’appuntamento “Agenda 2030: femminile plurale” è stato promosso dalla Città metropolitana di Bologna nell’ambito del Festival della cultura tecnica 2020, ed è stato finanziato dalla Regione grazie alle risorse del Fondo sociale europeo; l’evento fa anche parte della “European vocational skill week”, la settimana europea della formazione professionale di cui il Festival della Cultura tecnica è partner.

È possibile rivedere il convegno sul sito del Festival della Cultura tecnica: http://www.festivalculturatecnica.it/agenda-2030-femminile-plurale-live/