Martedì 17 novembre proseguono le lezioni del ciclo dedicato al tema Immaginare l’altrove. Rappresentazioni dell’aldilà nelle culture religiose ideato dal Centro Studi Religiosi. Bruno Lo Turco presenta la conferenza dal titolo Nirvana. L’uscita dal ciclo delle rinascite nelle tradizioni buddhiste.

Bruno Lo Turco è professore di Filosofie, religioni e storia dell’India e dell’Asia centrale presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Ha collaborato alla Storia della scienza (sezione “Scienza indiana”) edita dall’Istituto della Enciclopedia italiana ed è stato fondatore e direttore editoriale della «Rivista di studi sudasiatici». Ha dedicato le sue ricerche al pensiero filosofico e religioso dell’India classica e ai suoi rapporti con la modernità. Ha inoltre approfondito lo studio del Moksopaya (La via alla liberazione), un trattato filosofico sanscrito in versi, databile al IX-X sec., del quale ha curato la pubblicazione del commentario di Bhaskarakantha: Mokṣopāya-Ṭīkā of Bhāskarakaṇṭha. The Fragments of the Nirvāṇaprakaraṇa. Critical Edition (2 voll., Halle 2011 e 2019).

Il canone delinea quattro livelli di perfezionamento lungo la via. Colui che abbia conseguito uno qualsiasi di questi gradi, detti “frutti della vita ascetica”, è definito ariyapuggala, “nobile soggetto”. I tipi di “nobile soggetto” sono quattro: sotapanna, “entrato nella corrente (che conduce al nirvana)”; sakadagamin, “colui che torna (a rinascere) una sola volta”; anagamin, “colui che non torna (a rinascere)”, arahant, “meritevole”. Il sotapanna è sfuggito per sempre alle rinascite sfavorevoli, negli inferni, come animale, come spettro; ha, infatti, sciolto i primi tre dei dieci legami che legano al samsara: la credenza in un corpo reale, cioè la credenza che vi sia qualche tipo di relazione tra il proprio sé e il corpo; il dubbio quanto al sentiero; l’essere influenzati da pratiche cerimoniali, e cioè la credenza che determinati riti (non buddhisti) possano arrestare il karma sfavorevole accumulato.

Gli altri legami che legano al samsara sono l’attaccamento sensuale; la malevolenza; l’attaccamento alla forma, che è il desiderio di rinascere come divinità nel rupadhatu; l’attaccamento all’immateriale, che è il desiderio di rinascere come divinità nell’arupadhatu (il regno immateriale); l’orgoglio, ossia il ritenersi uguali, inferiori o superiori agli altri, insomma l’abitudine di confrontarsi; l’agitazione, che impedisce il jhana (stato di concentrazione); l’ignoranza.

Il meritevole ha, poi, definitivamente reciso tutti i legami. Questi è definito da una celebre formula: “Egli comprende che dissolta è la rinascita, compiuta la vita pia, fatto ciò che era da fare; di là dalla condizione presente non v’è altro”. In altre parole, l’arahant è colui che ha ottenuto il nirvana in questa vita e che alla morte entrerà nel nirvana completo, non essendo più soggetto a rinascita.

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La conferenza sarà trasmessa esclusivamente in diretta web su www.fondazionesancarlo.it, sul canale YouTube e sulla pagina Facebook della Fondazione Collegio San Carlo. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente su www.fondazionesancarlo.it, dove sarà accessibile gratuitamente. Per informazioni: 059.421208.