I Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Reggio Emilia e della Stazione di Gualtieri, in seguito a segnalazione della Centrale Operativa, l’altra mattina sono intervenuti presso la sede di una nota azienda avicola, sita tra la bassa reggiana e la Val d’Enza. Sul posto i militari riscontravano la situazione segnalata, trovandosi di fronte a due macchine operatrici intente nella loro attività: un grosso escavatore della portata di 100 quintali ed un mezzo agricolo, che fungeva da muletto, guidati rispettivamente da un cittadino di nazionalità italiana, estraneo all’azienda, e da un operaio di nazionalità marocchina, dipendente dell’azienda avicola.

I due, colti in flagranza di reato, stavano in effetti realizzando lo smaltimento di un’ingente quantità di rifiuti di difficile caratterizzazione, tanto da non poter escludere la loro pericolosità, tramite la pratica illecita del sotterramento. Mentre la persona alla guida del grosso escavatore eseguiva la movimentazione di terra, scavando una fossa larga circa sei metri e profonda tre, seppellendo i rifiuti con terra di riporto, l’altro operaio dell’azienda trasportava senza sosta, sul mezzo adibito a muletto, i rifiuti potenzialmente pericolosi temporaneamente stoccati in una struttura in disuso posta nell’area cortiliva del complesso zootecnico.

I Carabinieri Forestali hanno quindi prontamente interrotto la condotta illecita e provveduto all’identificazione dei soggetti coinvolti prima di procedere ad una perlustrazione dell’intero complesso zootecnico. Oltre alla buca, nella quale erano depositati circa 10 metri cubi di rifiuti in attesa di essere sotterrati, era ben visibile una striscia terra di circa 70 metri di lunghezza e 5 metri di larghezza recentemente movimentata. L’area ispezionata con scavi eseguiti a campione ha fatto emergere la stessa tipologia di rifiuti potenzialmente pericolosi, già sotterrati sotto una coltre terrosa. Un accurato controllo sull’intera area cortiliva del complesso avicolo ha portato alla luce un’altra area dove erano stati seppelliti ed accumulati rifiuti derivanti da demolizioni edili per i quali non è stato possibile escludere la loro pericolosità per assenza d’informazioni. Nelle immediate vicinanze è stata accertato anche un deposto incontrollato di rifiuti anch’essi potenzialmente pericolosi per assenza di informazione sull’origine della produzione.

Al termine delle operazioni, nel complesso avicolo con circa 70.000 capi di tacchini ed una superficie zootecnica di circa 10 ettari, i Carabinieri Forestali hanno quindi provveduto a sequestrare: due veicoli meccanici utilizzati per interrare illecitamente i rifiuti; due aree interessate allo smaltimento illecito di rifiuti mediante sotterramento (rilevata in circa 2200 metri quadri); una struttura utilizzata per lo stoccaggio abusivo provvisorio dei rifiuti seppelliti (stimata in circa 500 metri quadri); l’area interessata al deposito incontrollato di rifiuti a cielo aperto, a diretto contatto con i terreni (rilevata in circa 200 metri quadri).

Sono quindi state deferite alla Procura reggiana in ordine ai citati riferimenti normativi violati le due persone trovate sul posto (il marocchino 60enne di Castelnovo Sotto e un mantovano 52enne), più il titolare dell’azienda avicola nonché proprietario del terreno, un cittadino italiano 58enne mantovano. Ulteriori indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Giulia Stignani, stabiliranno la pericolosità o meno dei rifiuti attraverso attività di campionatura e analisi del materiale sequestrato.