Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre eseguito un doppio trapianto bi-polmonare in contemporanea su un uomo di 43 anni e una donna di 62. Due équipe per il prelievo e due équipe – guidate dai chirurghi Piergiorgio Solli, direttore della Chirurgia Toracica Metropolitana e Giampiero Dolci responsabile percorso Trapianto del Polmone – per eseguire il trapianto.

I due pazienti sono una donna di 62 anni, con una grave forma di fibrosi polmonare, che poche settimane prima era stata convocata ma per la quale l’inattesa positività al cov-19 aveva negato la possibilità di accedere al trapianto; e un uomo di 43 anni, affetto da una grave forma di insufficienza respiratoria acuta per una malattia autoimmunitaria, con un peggioramento così repentino da rendere necessaria un’assistenza con il sistema di ossigenazione extracorporea (ECMO).

La chiamata dal Centro Riferimento Trapianti che ha annunciato in successione la contemporanea disponibilità di due organi, uno a Monza e uno a Treviso, ha portato alla scelta di operarli entrambi, contemporaneamente: gli organi non possono aspettare e nemmeno i pazienti devono aspettare. Così nella notte tra il 26 e 27 ottobre si è deciso di mettere in campo, come pochi Centri Trapianti in Italia o in Europa possono riuscire a fare, due équipe per il prelievo e due équipe – guidate dai chirurghi Piergiorgio Solli, direttore della Chirurgia Toracica Metropolitana e Giampiero Dolci responsabile percorso Trapianto del Polmone – per eseguire il trapianto: anestesisti, intensivisti, cardiochirurghi, perfusionisti, infermieri e tutta la macchina organizzativa del Centro Riferimento Trapianti. Gli interventi sono stati portati a termine con successo.

Il trapianto di polmone, a differenza di quello di altri organi come fegato e rene, stenta a raggiungere numeri elevati principalmente per la fragilità intrinseca dell’organo polmone e per la conseguente difficoltà di reperire un numero sufficiente di organi idonei. Si stima che solo un polmone su 4 o su 5 dei donatori disponibili risulti alla fine utilizzabile per il trapianto. In Italia sono stati effettuati nel 2019 153 trapianti di polmone all’anno. Non dovere rinunciare a nessuna donazione offre un’opportunità in più ai tanti pazienti che sono in lista trapianto. Per  questo scopo il gruppo Trapianti di polmone del Policlinico utilizza tutte le moderne tecniche di riperfusione degli organi (trapianto con supporto ECMO e tecniche di ricondizionamento) e di prelievo (anche pazienti in morte cardiaca); questa materia costituisce sia una metodologia per incrementare il numero delle donazioni idonee e per migliorare le performances cliniche, sia uno specifico campo di ricerca.

Il Centro Trapianto dei Polmoni del Policlinico, attivo dal 2002, centro di riferimento internazionale nel trapianto per ipertensione polmonare, dopo una fase iniziale mostra numeri di attività crescenti. Nel 2020, anno del Covid, sono stati eseguiti complessivamente 10 trapianti polmonari bilaterali raggiungendo così il numero massimo di trapianti di polmone eseguiti al Policlinico (anno 2013) con l’obiettivo in proiezione di terminare il 2020 almeno con 11 trapianti.

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, ringrazia così tutti i professionisti e gli operatori del Policlinico:  “Ritengo questo un risultato straordinario, un obiettivo ancora più importante perché raggiunto mentre stiamo affrontando una pandemia mondiale senza precedenti. Questa operazione ha, infatti, un doppio valore, in entrambi i casi fondamentale. Il primo è quello sanitario, un passo in avanti che dimostra la qualità dell’organizzazione e delle competenze di questa struttura, già certificate dal recente riconoscimento a Irccs. Il secondo mostra appunto questo impegno impagabile del nostro sistema sanitario nel portare avanti anche l’attività non-Covid, che resta imprescindibile per la tenuta delle nostre comunità. Ancora una volta, aiutiamo la nostra sanità, facendo ognuno la propria parte: rispettiamo le regole e le misure restrittive, per sconfiggere insieme il virus”.

Nella stessa notte e sempre al Sant’Orsola, solo a qualche padiglione di distanza, vengono eseguiti due trapianti di fegato in rapida successione.