Erano le 10,30 del 14 settembre 2012 quando la dipendente dell’oreficeria “Stroili Oro”, all’epoca ubicata nella centralissima via Emilia Santo Stefano di Reggio Emilia, chiamava il 112 segnalando che due ragazzi avevano rapinato la gioielleria.

E mentre la commessa veniva soccorsa in quanto ferita (per lei saranno diagnosticati dal locale ospedale alcuni giorni di prognosi per contusioni varie) i Carabinieri reggiani avviavano le indagini e le ricerche dei malviventi.

I due rapinatori intorno alle 10,15 erano entrati all’interno dell’oreficeria intrattenendosi una decina di minuti con la scusa di chiedere informazioni sugli oggetti preziosi esposti, evidentemente solo allo scopo di controllare il luogo ed accertarsi che non entrassero altri clienti. Dopo essere riusciti a farsi aprire con un pretesto la vetrina, hanno aggredito la donna picchiandola e minacciandola con un punteruolo per poi fuggire con circa 20.000 euro di preziosi in oro.

L’analisi delle immagini della videosorveglianza del negozio permetteva di ricostruire l’azione delittuosa mentre i filmati delle telecamere comunali evidenziavano il percorso di fuga durante la quale i due, prima di dileguarsi definitivamente, si cambiavano gettando in un cassonetto dell’immondizia le felpe indossate durante il colpo, che venivano recuperate e sequestrate dai Carabinieri.

Le attenzioni dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia convergevano da subito su uno dei due malviventi risultato essere un 17enne. Attraverso le successive indagini tecniche e analisi sui tabulati i militari risalivano al complice, un altro diciassettenne reggiano. Nel corso delle indagini emergeva anche una terza persona risultata essere il mandante che è risultato essere l’arrestato, un 32enne correggese, ex dipendente dell’oreficeria rapinata, che aveva ideato il colpo dando le indicazioni ai suoi “allievi”, accompagnandoli in macchina e coordinando tutte le attività di questa efferata rapina ivi compresa quella di “piazzare” i preziosi rapinati.

Nel maggio del 2013 i due minorenni e il loro boss venivano arrestati dai Carabinieri in esecuzione dei relativi provvedimenti di natura cautelare. Quindi l’iter processuale che ha visto il 32enne correggese essere condannato a tre anni di reclusione. La sentenza è quindi divenuta esecutiva motivo per cui l’Ufficio esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna ha emesso ordine di esecuzione per la carcerazoone che ieri mattina è stato eseguito dai carabinieri di Correggio che ricevuto il provvedimento vi davano esecuzione traendo in arresto il 32enne. Detratto il periodo pre-sofferto in regime di custodia cautelare (3 mesi e 25 giorni) l’uomo dovrà scontare la pena residua di anni 2 mesi 8 e 5 giorni nel carcere di Reggio Emilia dove, al termine delle formalità di rito,  è stato condotto dai carabinieri di Correggio che l’hanno arrestato.