Come noto, si è svolto nel pomeriggio di ieri, 14 gennaio, l’atteso incontro in videoconferenza convocato dal MISE per la Goldoni di Carpi. All’incontro convocato dalla sottosegretaria Todde e dal suo apparato, erano presenti i vertici aziendali di Arbos/Goldoni e di Lovol (in collegamento dalla Cina), i consulenti finanziari degli Studi  Deloitte e Dentons, Confindustria Emilia Centrale, il Tribunale di Modena rappresentato dal commissario Giudiziale Paolo Rinaldi, la Regione Emilia Romagna rappresentata dall’assessore alle Attività Produttive Vincenzo Colla e dai suoi collaboratori, i Sindaci di Carpi e Rio Saliceto, le Organizzazioni Sindacali e la RSU.

L’incontro si è aperto con la relazione del presidente di Goldoni, Chris Dixon, che ha riferito sulle possibili condizioni per portare Lovol alla vendita della Goldoni, condizione posta dal Tribunale con termini temporali molto ravvicinati, che impongono, da subito, la necessità di creare le condizioni per favorire una vendita industriale di Goldoni con la conseguente continuità aziendale attraverso la possibilità piena, per il nuovo investitore, di produrre e commercializzare i prodotti Goldoni. Tutto ciò in alternativa al concordato liquidatorio o, peggio ancora, alla possibilità, ad oggi apparentemente allontanata del fallimento.

“Per la Fiom/Cgil e la RSU – afferma una nota -, l’incontro di ieri pomeriggio non ha esaurito le preoccupazioni e non cancella le ansie più volte dichiarate per le sorti dagli attuali 185 dipendenti della Goldoni, ma rappresenta tuttavia un passaggio importante e non scontato. La nuova prospettiva che si apre e che è alla base della vertenza avviata il 4 settembre con l’inizio del presidio tuttora in corso, deve impegnare al massimo tutti i soggetti coinvolti, per evitare che un prodotto prestigioso scompaia a causa di una condizione che, a partire dalla seconda metà del 2018 è precipitata, per effetto di scelte e di una gestione non certamente imputabile alle lavoratrici e dei lavoratori.

Alla luce di questi fatti, il Tribunale ha quindi posticipato l’importante appuntamento rappresentato dall’Assemblea dei creditori slittata in avanti rispetto alla data prevista del 21 gennaio, per dare il tempo di sviluppare quello che, per la RSU e la Fiom rappresenta un obiettivo da oltre 4 mesi.

Auspichiamo- prosegue il sindacato – che alle intenzioni di agevolare la ripresa dichiarate da Lovol e sollecitate dalle istituzioni a tutti i livelli corrispondano i fatti.

Da questo punto di vista siamo molto interessati ad incontrare al più presto il nuovo investitore, sarà fondamentale conoscere e condividere il piano industriale che verrà proposto e che dovrà poi essere sostenuto dai necessari accordi sindacali condivisi dalle lavoratrici e dai lavoratori a garanzia dell’occupazione e della prospettiva, anche per quanto riguarda gli effetti sull’indotto e più in generale sul territorio, nonché, come elemento non secondario ai fini del voto dei creditori.

Per quanto ci riguarda le attuali condizioni poste non hanno ancora la concretezza sufficiente per rappresentare una  risposta convincente alla richiesta di continuità occupazionale e produttiva. Si è aperta una nuova fase che va costruita, pertanto – concludono Stefania Ferrari, Massimo Valentini e Angelo Dalle Ave di Fiom Cgil Modena – il presidio continua nelle attuali modalità di svolgimento”.