Non ci sono dubbi sulle drammatiche conseguenze della pandemia COVID-19, sia socialmente che economicamente. Quasi ogni aspetto del lavoro e della vita di tutti è stato rivoluzionato dallo scoppio della pandemia.

La crisi ha evidenziato un crescente divario digitale, spostato alcune priorità e rafforzato molte delle sfide che le organizzazioni IT dovevano affrontare anche prima di COVID-19.

Nonostante la difficile situazione che devono affrontare, le aziende prevedono un aumento del budget IT quest’anno. Lo riporta una recente indagine condotta da The Innovation Group, che mirava a comprendere concretamente l’impatto del coronavirus sull’azienda e la diffusione dello Smart Working dopo la situazione di emergenza. L’analisi mostra infatti che per il 31% degli intervistati nel 2020 la propria azienda aumenterà.

Oltre allo Smart Working troviamo anche la necessità di avere più pc in casa a causa della DAD per poter far seguire le lezioni ai propri figli.

Una grande opportunità di crescita è avvenuta per le imprese locali che avevano un sito online ben strutturato come ad esempio Bpm Power, azienda che vende prodotti tecnologici all’avanguardia a prezzi competitivi.

Ma perché le proiezioni di spesa IT non cambiano nonostante la situazione critica e il blocco che ha costretto a interrompere molte attività di produzione?

Parte della risposta sta nella popolarità dello Smart Working, ma soprattutto, per molte aziende, il suo valore aggiunto rappresenta l’adozione di soluzioni tecniche alla crisi, portando a una riconsiderazione degli attuali modelli di business. L’analisi mostra come, infatti, dal 2019 al 2020 la spesa per lo smart work sia aumentata del 19%, passando da un investimento medio di quasi 81.000 euro nel 2019 a poco più di 96. 000 euro nel 2020.

Inoltre, dal 2019 al 2020, tra coloro che hanno annunciato che i loro budget inferiori a 10.000 euro sarebbero stati dedicati allo Smart Work, la percentuale di coloro che vogliono spendere tra 10.000 e 50.000 euro (un aumento del 108% all’anno) è sceso del 53%. In dettaglio, per introdurre internamente lo Smart Working, l’azienda investe principalmente in PC, laptop, laptop e desktop (67% degli intervistati) e strumenti software e di collaborazione (49%). Oltre il 40% del campione ha inoltre dichiarato di aver investito in strumenti e servizi di sicurezza informatica, settore mobile e infrastruttura TLC.

La tendenza ad aumentare gli investimenti in ICT è una tendenza del settore terziario, secondo cui l’investimento delle imprese sarà effettivamente lo stesso dopo la crisi, o addirittura la tendenza al rialzo. Che in precedenza avrà un impatto minore sulla situazione critica e sul settore ICT.