“Maggiori restrizioni alla circolazione delle persone per limitare la diffusione del virus e proteggere, in particolare, le classi di età che in questo momento registrano i dati più alti di diffusione del contagio e, contemporaneamente mettere in sicurezza la rete ospedaliera. Sono le tre direttrici principali – ha commentato Paolo Bordon, Direttore Generale dell’Azienda Usl di Bologna – che, dal punto di vista sanitario, motivano l’ordinanza regionale che ha previsto, da sabato 27 febbraio, il passaggio dell’area della Città Metropolitana di Bologna dalla zona arancione a quella arancione scuro.

L’andamento della pandemia – prosegue Bordon – ha fatto registrare, nella settimana tra il 15 e il 21 febbraio, una incidenza di 340 casi ogni 100 mila abitanti, con una crescita costante osservata dall’inizio del mese, che si era aperto con un tasso di 200 casi ogni 100 mila abitanti. In questo quadro, la classe di età che maggiormente ha registrato i più alti livelli di contagio è quella compresa tra 11 e 13 anni, con un tasso di incidenza di 535 casi ogni 100 mila persone.

La proiezione di questi dati, elaborata dal gruppo di esperti dell’Università di Bologna, presenta scenari che, a seconda delle limitazioni agli spostamenti dei cittadini, prevedono nelle prossime settimane una occupazione di letti ospedalieri dedicati al COVID 19 che oscilla da un minimo di 800 (scenario arancione scuro) ad un massimo di 1.000 (scenario arancione), a fronte di una dotazione odierna di 646.

Per mantenere attive la cura e l’assistenza a tutte le patologie – conclude Bordon – oltre ad aumentare la dotazione di letti COVID, è più che opportuno quindi limitare la diffusione del virus”.