La giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo di restauro e valorizzazione del Parco (26 ettari) e del Giardino segreto della Reggia ducale di Rivalta. Dopo l’assegnazione dei lavori, l’avvio del cantiere di riqualificazione è previsto il prossimo inverno e la sua conclusione è prevista nel 2023, con un investimento di 6,8 milioni di euro, finanziato dal ministero dei Beni e delle attività culturali attraverso il Progetto Ducato Estense. A Rivalta, l’investimento per il Parco si affianca al finanziamento di ulteriori 2 milioni di euro per il restauro e la valorizzazione del Palazzo della Reggia.

Il Parco si declinerà tra riscoperte barocche (l’impianto originario, scomparso da un paio di secoli, risale alla prima metà del Settecento) e intuizioni contemporanee per una fruizione ampia, qualificata, in grado di incontrare e dialogare con la cultura e il loisir di oggi. Un suggestivo incrocio fra passato e presente, interpretando lo spirito di tempi diversi, per comunità e persone fra loro diverse; un progetto ideato dal Raggruppamento temporaneo di professionisti (Rtp) “Openfabric – F&M Ingegneria spa – Alessandro Parodi – Fabrizio Polimone”.

Risorgeranno 4 vasche con fontane; sono previste essenze floreali in ogni stagione. Saranno piantati 695 nuovi alberi, che si aggiungeranno ai 240 esistenti, e l’area sarà perciò dotata complessivamente di 935 alberi fra pioppi neri, aceri campestri, gelsi ed olmi nel rispetto del lavoro agricolo che dall’Ottocento a oggi ha caratterizzato questo vasto spazio dopo la caduta degli Asburgo/Este, oltre alla manutenzione e valorizzazione degli alberi esistenti. Un Parterre di 21.000 metri quadrati riproporrà lo stile settecentesco, ai piedi della riscoperta Scalinata che collegava il Palazzo della Reggia al Parco. La Corte ducale, all’ingresso, sarà dedicata principalmente a cultura e spettacolo. Un Boulevard lungo le mura, valorizzate, accompagnerà le passeggiate. Sarà un Parco senza barriere, accessibile a tutti, illuminato, dotato di sedute, panchine, arredi e servizi.

Un Parco per il relax, per lo svago e l’intrattenimento, il riposo e il silenzio, per ammirare semplicemente la campagna e lo skiline delle colline, a una manciata di chilometri, a portata di bicicletta.

Il progetto, definito da un’idea originaria risultata vincitrice di un concorso nel 2018 e redatto con l’alta sorveglianza della Sovrintendenza, si è arricchito delle indicazioni e migliorie fornite dal gruppo di lavoro coinvolto in un percorso partecipato dedicato, e in particolare delle indicazioni dell’associazione Insieme per Rivalta.

 

HANNO DETTO – I contenuti del progetto esecutivo sono stati presentati stamani alla stampa dal sindaco Luca Vecchi, insieme con l’architetto progettista di Openfabric, Francesco Garofalo e l’architetto Massimo Magnani, dirigente dell’Area Programmazione territoriale e Progetti speciali del Comune.

“Questo progetto di riqualificazione – ha detto il sindaco Luca Vecchi – ha il grande merito di recuperare l’identità originaria del Parco della Reggia di Rivalta, riconsegnando alla città uno spazio urbano di straordinaria bellezza, assolutamente calato nella contemporaneità, in cui la storia dialoga con il futuro. Si tratta di un grande investimento che avrà un profondo impatto sull’attrattività della nostra città, che ha l’ambizione di fare di Rivalta uno dei parchi più belli d’Italia. Il senso politico più profondo di questo intervento è racchiuso nel mettere in relazione lo spirito identitario di un luogo che ai tempi degli Estensi si caratterizzava quale spazio del privilegio e dell’esclusività, trasformandolo in un luogo aperto a tutta la cittadinanza, un luogo di libertà e democrazia”.

“Da Giardino di privilegi in un’epoca assolutistica a Parco pubblico nel senso più pieno, per tutti e a tutti universalmente accessibile”, ha definito il nuovo Parco della Reggia di Rivalta il suo progettista principale, Francesco Garofalo.

“Si passerà – ha aggiunto – dalle simmetrie barocche, segno del potere di quel tempo e di fatto scomparse, a un vasto spazio flessibile, per usi diversi e soprattutto per tutti, in cui la storia del luogo sarà valorizzata nelle diverse storie di cui è fatta: il Parterre barocco e parimenti la destinazione agricola ripercorsa fra l’altro nel mantenimento e nell’aumento del numero di Gelsi e nei 12 ettari di seminativi, i manufatti antichi valorizzati come il Muro di cinta affiancato dai boulevard per un percorso di circa 2 chilometri. Parliamo di dimensioni assai ampie: il solo Prato da ballo ad esempio avrà un diametro di 60 metri. Il Parco evidenzierà la storia del luogo, come una stratigrafia, fino alla contemporaneità”.

In tema di attrattività e connessione del Parco e del Palazzo di Rivalta alla città, il dirigente Massimo Magnani ha sottolineato che nel finanziamento ministeriale circa 700.000 euro sono destinati alla valorizzazione dell’offerta e dell’attrattività turistica.

“Sul complesso di Rivalta, come sugli altri luoghi del percorso Estense – ha detto Magnani – i visitatori potranno trovare accoglienza e informazioni dedicati all’Ufficio turistico cittadino; potranno poi trovare una sezione ampia del Nuovo Museo, in allestimento al Palazzo dei Musei e di prossima presentazione, dedicata al periodo Estense a Reggio Emilia, dal Quattrocento all’Ottocento. All’inizio del Parco del Crostolo, alle Caprette, il Portale di accesso ciclopedonale avvierà al percorso verso Rivalta con servizi e accoglienza; studieremo servizi per gli utenti, a cominciare da una caffetteria, che saranno inseriti nel Parco”.

 

RESTAURI – Il progetto del Parco comprende – oltre alla valorizzazione di elementi architettonici e paesaggistici, tra cui il sistema del verde, i percorsi pedonali e il sistema delle acque – il restauro scientifico di quanto oggi rimane del complesso monumentale della Reggia di Rivalta: il Belvedere, il Giardino segreto, il Muro di cinta, le Vasche, le Grotte, le Scalinate.

 

LUOGHI E TEMI – Il Parco della Reggia di Rivalta può essere letto come un insieme di segni, tangibili e intangibili, lasciati dai mutamenti e rivolgimenti sociali, economici e culturali, dalla natura, dai diversi poteri che nei secoli si sono susseguiti: un luogo i cui segni stratificati si offrono ora come un patrimonio da rileggere, riproporre e valorizzare, attraverso il progetto.

Il recinto murario, ad esempio, forte testimonianza del passato, diventa catalizzatore della memoria e traccia ancora visibile di un percorso precedentemente esistente: da qui la proposta di tornare a realizzare un Boulevard perimetrale lungo il confine. Il sedime del percorso è racchiuso quindi dal muro di cinta, attore tangibile di un passato scomparso e da un doppio filare di Pioppi neri e Aceri campestri. Lungo i percorsi si attestano emergenze storiche, nuove funzioni e spazi flessibili.

L’area centrale, suddivisa dai percorsi interni in grandi campiture, si presta a un utilizzo flessibile e riconfigurabile secondo molteplici esigenze, oppure alla semina di fiori e colture diverse.

Il Parco sarà illuminato. In particolare saranno illuminati l’area antistante la Reggia e tutto il sistema dei Boulevard che corre lungo le Mura, in modo che il Parco possa essere utilizzato anche alla sera. Una illuminazione specifica sarà riservata ad alcuni ‘luoghi tematici’, quale ad esempio il Prato da ballo, destinati a spettacoli ed eventi. Saranno illuminate anche le nuove Fontane.

I percorsi pedonali saranno realizzati in calcestre, un materiale naturale e permeabile, e saranno tutti dotati di arredi (sedie, panchine, cestini).

 

Sono stati definiti quali ‘luoghi tematici’, punti chiave del progetto:

 

– Boulevard perimetrale

– Sistema delle acque/Vasche e fontane

– Parterre

– Giardino invernale

– Belvedere

– Rotonda degli olmi

– Prato da ballo

– Parco centrale

– Pergole

– Corte ducale

– Grotte e Scale

– Giardino segreto

 

1. Boulevard perimetrale e Muro di cinta

Il Boulevard alberato fa da cornice al parco: ne segna il perimetro e definisce un percorso lineare attrezzato. Questo spazio è caratterizzato da un doppio filare di Pioppo nero (Populus nigra) con 164 esemplari e Acero campestre (Acer campestre) con 178 aceri, entrambe sono specie comuni del paesaggio emiliano sotto forma di viali alberati e divisioni fra diverse proprietà agricole. La linearità di questo spazio ritrovato rimarca quella del Muro di cinta, mantenuto, restaurato e valorizzato, cosi come da mantenere e valorizzare sono le piante rampicanti, anche alloctone (non tipiche e appartenenti al luogo) che hanno trovato nel muro il loro habitat. Il percorso è attrezzato con arredo fisso nella parte più prossima alle alberature mentre, e volutamente, sgombro nelle vicinanze del muro. Si garantisce in questo modo la massima flessibilità di utilizzo e la coesistenza di eventi temporanei con gli usi quotidiani del percorso.

 

2. Sistema delle acque

Attrice primaria nella progettazione del Parco originale, l’acqua ricalca in gran parte i percorsi settecenteschi declinandosi nella forma e nell’uso a seconda delle situazioni. Viene interpretata come un tema unificante, che acquisisce sfumature molteplici nel suo incedere nel parco. Nel Parterre, l’acqua acquisisce una valenza architettonica, arricchendo il giardino. Nella Vasca ovale, unica vasca sopravvissuta nella parte bassa del parco, l’acqua diventa cornice per osservare e apprezzare specie botaniche acquatiche dall’alto valore scenografico e visivo, come ninfee e fiori di loto.

 

3. Parterre e geometrie barocche

Il Parterre – un’area di 21.034 metri quadrati – si ispira alla rappresentazione tramandata da Alfonso Tacoli del 1751. Il disegno si ispira al progetto originale costruito nel 1726. Il riferimento alla Reggia di Versailles, cosi come voluto da Carlotta Aglae d’Orleans, è evidente sia nella composizione simmetrica delle aiuole che nelle specie botaniche utilizzate. Le geometrie barocche sono infatti formate da siepi di bosso, al cui interno si racchiudono superfici fiorite di bulbose, come nella moda botanica dell’epoca. Le fioriture dei bulbi sono estive e primaverili, rendendo il parterre un giardino particolarmente attraente nella bella stagione. I percorsi per il pubblico saranno in ‘calcestre’, cioè permeabile, come negli altri ambiti del Parco. Le due fontane ovali storiche, scomparse e ora ritrovate, sono riproposte come specchi d’acqua, completando il repertorio originario e diventando un’attrazione estiva per i visitatori.

Sono stati mantenuti gli esemplari di Gelso e il loro numero è stato implementato con altre nuove piante, per creare continuità nel disegno architettonico.

 

4. Giardino invernale

Se il Parterre e un giardino estivo, l’adiacente Giardino invernale (circa 6.000 metri quadrati) è pensato come attrazione anche per i mesi più freddi. Qui, le specie vegetali selezionate sono caratterizzate da fioriture invernali e da bacche dai colori vivaci. Le cromie poco sature delle piante creano assembramenti, che ben si inseriscono in un paesaggio freddo di riposo vegetativo. Il giardino invernale è un filtro tra il Parterre e il parco centrale, attraversabile da una molteplicità di piccoli sentieri. I visitatori potranno attraversare il Giardino invernale per entrare nel cuore del Parco.

 

5. Belvedere e piazza verde

L’Esedra terminale del parco, fondale prospettico del progetto settecentesco, viene inserita in un prato circolare, una ‘piazza verde’ di 4.850 metri quadrati, luogo di sosta, ricreazione e contemplazione.

Il Belvedere vero e proprio, al quale si sale lungo due rampe in mattoni come in origine, si configura come passaggio verso un punto più alto (3 metri sopra il livello del Parco), di 1.560 metri quadrati, da cui ammirare il paesaggio, viene recuperato nella sua struttura e restaurato, restituendogli gli accessi originari e ipotizzando la sopravvivenza della vasca dei fiumi sotto l’attuale rampa centrale. Una seduta continua posta sul bordo esterno del belvedere ricalca l‘andamento semicircolare del manufatto e completa l’intervento.

 

6. Rotonda degli Olmi

La Rotonda degli Olmi, con nuovi esemplari piantumati, si colloca all’estremità nord-est verso il Crostolo e si configura come spazio dedicato al tempo libero. La piantumazione circolare di questa essenza arborea, peculiare del paesaggio padano d’un tempo, racchiude un’area dedicata allo svago e agli eventi.

 

7. Prato da ballo

Il Prato da ballo è pensato come una vera e propria ‘stanza vegetale’ da utilizzare per eventi formali e informali. Simmetrica rispetto alla Rotonda degli Olmi, quest’area completa la composizione del Parco, disegnando un ulteriore polo di interesse, intercettabile lungo il camminamento del Boulevard perimetrale. Si caratterizza e definisce per un’ampia superficie di seminativo e da filari di alberi concentrici, che dall’esterno verso l’interno aumentano l’effetto di raccoglimento. L’area centrale è definita da una leggera struttura circolare in ferro, a sostegno di un sistema di illuminazione continuo, che aumenta la suggestività dello spazio e l’illusione di trovarsi in una stanza a cielo aperto.

 

8. Parco centrale

La parte centrale del Parco, di 129.805 metri quadrati, è ripartita ‘a losanghe’ da percorsi diagonali in ‘calcestre’ e definita da varie fioriture di campo che suggeriscono, data l’eterogeneità del repertorio vegetale, dei colori e dei profumi, un paesaggio dinamico e ‘in continuo movimento’. E’ previsto il restauro della Vasca ovale.

Questa area centrale, in fase di gestione del parco, potrà facilmente configurarsi alle diverse esigenze e potrà essere ‘riprogettata’ sul piano naturalistico in base a nuove indicazioni d’uso e all’identità che l’area stessa assumerà nel tempo. Questa soluzione favorisce la sostenibilità dei costi di manutenzione del parco, poiché la scelta del verde è a ‘bassa manutenzione’. I fiori di campo sono infatti ‘inesigenti’ e, essendo autoctoni, sono anche facilmente acclimatabili.

 

9. Pergole e Vite

I pergolati – presenti sotto forma di cinque croci situate nelle intersezioni dei percorsi dell’area centrale del parco, ciascuna di 225 metri quadrati di superficie, con volte a botte e circa 5 metri di altezza – sono costituiti da Viti rampicanti. Il parco, infatti, nelle varie vicissitudini storiche che ha attraversato, è stato anche utilizzato come vigneto. I pergolati creano piccoli spazi, intimi e ombreggiati, al centro del parco, dove i visitatori possono riposarsi e rilassarsi durante una passeggiata. La posizione isolata delle pergole rispetto ai percorsi principali suggerisce anche un loro utilizzo per piccoli eventi temporanei.

 

10. Corte ducale per cultura e spettacoli

La scomparsa del corpo centrale della Reggia genera un cortocircuito spaziale che fa assurgere l’ala laterale a elemento principale della Corte ducale. Il vuoto lasciato dall’edificio non viene colmato da alcun intervento, rendendo le architetture sopravvissute protagoniste del presente. La Corte davanti al Palazzo ha una superficie di 13.700 metri quadrati e sarà utilizzata come piazza pubblica, per lo svolgimento di manifestazioni culturali e spettacoli, secondo una vocazione d’uso consolidata.

Il cedro monumentale, le altre alberature e la superficie erbosa del suolo vengono mantenute, mentre un sistema di arredo fisso e d’illuminazione rendono maggiormente fruibili gli spazi.

 

11. Grotte

Al di sotto della terrazza che si affaccia sul Parco dal lato della Corte ducale, protese verso il giardino con un profilo a bovindo, si aprivano le Grotte, tipiche dei giardini italiani manieristi e barocchi. Allo stato attuale le Grotte risultano completamente spoglie, di mattoni laterizi. Oggi chiuse per motivi di sicurezza, saranno restaurate.

Le due rampe erbose che scendono verso il parco saranno mantenute, mentre è prevista la riprogettazione del grande scalone centrale. Parallelamente al muro del Giardino segreto verrà recuperata l’antica rampa, che consentirà l’accessibilità al Parco alle persone disabili.

 

12. Scalinata

Recenti ricerche archeologiche hanno riportato alla luce le fondazioni della scalinata settecentesca, che collegava il Palazzo al Parco e alle due Fontane che adornavano il Parterre. I resti della scalinata verranno lasciati a vista come testimonianza archeologica del vecchio impianto settecentesco. Una nuova scalinata, appoggiata sulle fondazioni di quella originaria, consentirà la discesa dalla Corte ducale al Parco.

 

13. Giardino segreto

Questa delicata porzione del Parco si trova a sud del Palazzo e copre una superficie di poco meno di 10.380 metri quadrati. L’ipotesi progettuale è quella di ripristinare il disegno storico, cosi come descritto dal disegno del Tacoli.

Lo spazio sarà suddiviso in nove porzioni rettangolari, ciascuna circondata da un filare di alberi da frutto lungo il perimetro (Peri, Ciliegi, Pruni, Peschi) e coltivata con specie orticole all’interno. La grande Vasca quadrilobata tuttora esistente, collocata al centro del giardino, cosi come nel passato, dominerà la composizione e verrà restaurata. Questo luogo che mostra le tracce di una specifica opera di progettazione, che mirava ad esaltare prospettive e punti di vista, sarà ripristinato nelle sue qualità originarie.

 

PARTECIPAZIONE – Sul progetto del Parco della Reggia è stato svolto un percorso di co-progettazione, affidato a Polimi Desis Lab del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, denominato percorso “Rival(u)ta Rivalta”, che ha avuto come obiettivo quello di riportare a sistema tutto il processo svolto per fare emergere l’esperienza, la conoscenza, il sentito, l’immaginario e le istanze dei diversi portatori di interesse oggi attivi, connessi o collegabili al complesso della Reggia, partendo da un precedente elemento di condivisione pubblica, cioè l’Ost sulla Reggia di Rivalta concluso dal Comune nel 2009. Tali elementi si sono tradotti in possibili orientamenti progettuali, riferiti alle funzioni e alle possibili fruizioni del complesso.

 

AUTORIZZAZIONI E PARERI – L’intervento per il Parco della Reggia di Rivalta ha ottenuto le autorizzazioni e i pareri favorevoli della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara; il parere favorevole della Consulta per il Verde del Comune di Reggio Emilia; il parere favorevole della Commissione per la Qualità architettonica e il Paesaggio dello stesso Comune; il parere favorevole del Criba-Centro regionale di informazione sul Benessere ambientale.

 

NOTIZIE STORICHE – La Reggia ducale di Rivalta faceva parte di un più vasto sistema comprendente anche la Villa di Rivaltella (Villa Corbelli), la Villa D’Este (cosiddetta Vasca di Corbelli), il bacino artificiale che alimentava il sistema delle fontane e che conteneva, al suo interno, un’isola su cui sorge un bell’edificio tardo barocco, ancora ottimamente conservato, destinato agli svaghi ducali e lo Stradone del pubblico passeggio, detto Passeggiata Settecentesca.

La Reggia di Rivalta fu edificata tra il 1724 e il 1727. Era costituita da un notevole Palazzo con grande Parco e Parterre ispirati, in scala e con stili decisamente minori, alla Reggia di Versailles. Nel 1796, a seguito dell’ingresso e dell’avanzata dell’esercito francese in Italia, la Reggia ducale venne occupata; al termine dell’occupazione, venne consegnata ad un comitato di cittadini e successivamente acquistata da Bartolomeo Corbelli. Da qui ebbe inizio la rovina del complesso monumentale: due dei tre lati dell’edificio, incluso il prospetto principale verso i giardini, vennero abbattuti e l’intero giardino ducale venne pressoché cancellato, onde far posto a campi per il pascolo. L’ala residua (definita oggi Palazzo ducale), minore rispetto alle altre due ali andate distrutte, era probabilmente destinata in prevalenza alla servitù. Permane inoltre la Cappella di Corte, anch’essa in rovina e inglobata in edifici agricoli successivi.

Del Parco e dei Giardini con giochi d’acqua, costruiti utilizzando l’acqua del vicino torrente Crostolo, sono rimasti solo il perimetro cintato e alcune vestigia.

Il bene storico architettonico è rimasto di proprietà privata fino ai primi anni 2000, quando l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia, attraverso un piano urbanistico di iniziativa pubblica, è entrata in possesso del bene (2004). L’intera area di proprietà pubblica della Reggia ducale di Rivalta si estende su una superficie di circa 26 ettari.

 

IL PROGETTO DUCATO ESTENSE – Il progetto per il Parco e il Giardino segreto di Rivalta, così come i progetti per il Palazzo e gli altri luoghi Estensi di Reggio Emilia si inserisce in un vasto processo di riqualificazione, che interessa un ambito territoriale molto esteso, inerente anche a Ferrara e Modena ed alla Garfagnana (Lucca), antichi domini Estensi, nell’ambito del Progetto Ducato Estense promosso dal ministero per i Beni e le Attività culturali (Mibac), che lo finanzia, destinando complessivamente a Reggio Emilia 14,5 milioni di euro.

Questo sistema presenta una comune matrice culturale e una copiosa serie di beni del patrimonio materiale e immateriale, che necessitano di interventi di conservazione e valorizzazione, finalizzati a garantire un’ampia accessibilità e fruizione da parte del pubblico. L’obiettivo generale è di contribuire a produrre un’offerta culturale e attrattiva di alto potenziale, che abbracci un vasto ambito territoriale e che possa costituire anche un sistema turistico con potenzialità più ampie rispetto alla valorizzazione di singoli territori, agendo sulla riqualificazione, valorizzazione e promozione del sistema dei beni culturali estensi.