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Dal volontario che accompagna il cane a spasso a un vero e proprio affido dell’amico a quattro zampe se il padrone non se ne può occupare a causa del Covid-19. Sono i servizi offerti dallo Sportello di aiuto alle persone in quarantena aperto da Comune di Modena un anno fa e che, da aprile 2020 a oggi, ha prestato la propria assistenza a 75 famiglie modenesi in difficoltà nella gestione dell’animale di casa perché colpite direttamente dall’emergenza sanitaria.

I risultati ottenuti dal nuovo servizio, svolto dall’Ufficio diritti animali in collaborazione con le associazioni di volontariato e ancora attivo (informazioni sulla pagina www.comune.modena.it/novita/avvisi/2020/animali-da-compagnia-un-supporto-per-chi-e-in-isolamento), si sono sommati agli altri servizi per la gestione degli animali di affezione e selvatici all’interno del territorio comunale che hanno consentito a Modena di ricevere, per il terzo anno consecutivo, il premio come “Città amica degli animali”, assegnato da Legambiente a seguito dell’indagine che ogni anno confluisce nel Rapporto “Animali in città”. Il rapporto è stato presentato martedì 13 aprile, nel corso di un incontro nazionale in videoconferenza, al quale è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza, che è stato anche l’occasione per consegnare i premi.

Il Comune di Modena, rappresentato dalla responsabile dell’Ufficio diritti animali Daniela Barbieri, si è classificato al secondo posto in Italia, dietro a Prato e davanti a Bergamo, per la performance complessiva dei servizi offerti, per la qualità della convivenza con gli animali in città e per le collaborazioni attivate con le associazioni del territorio che hanno consentito la realizzazione di numerose buone pratiche. A pesare positivamente sono stati, oltre alla presenza di regolamenti per la gestione degli animali domestici e per la tutela e il recupero di quelli selvatici, la presenza di strutture come il gattile e il canile e le attività svolte che portano, per esempio, a un numero significativo di adozioni, pari a una media di circa 140 all’anno. Rilevanti anche la presenza di un Centro di recupero per la fauna selvatica, che svolge la propria attività anche sulla base di un accordo con il Comune, e l’attivazione di protocolli, in collaborazione con Polizia locale e servizio veterinario dell’Ausl, che definiscono le procedure da adottare nel caso di ritrovamento di bocconi avvelenati o nel caso di segnalazioni di maltrattamenti.