Roberto Ruffilli (foto: Romagna Post)

Era il 16 aprile 1988: Roberto Ruffilli, professore universitario e senatore della Dc, veniva assassinato dalle Brigate rosse nella sua abitazione di corso Diaz a Forlì, sua città natale.

“Un uomo delle istituzioni, di grandissimo spessore sia sul piano umano che accademico e politico, che ha pagato con il prezzo più alto – la vita – la forza e il valore delle proprie idee. Mai potremo dimenticarlo. Né, con lui, mai dimenticheremo tutte le vittime di attentati vili, vigliacchi e brutali che, come quello del 16 aprile di 33 anni fa, hanno segnato una triste e cupa stagione della nostra regione e del nostro Paese”.

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che domani mattina parteciperà in diretta streaming a “Ricordare oggi Roberto Ruffilli”, organizzato dalla Fondazione Roberto Ruffilli e dal Comune di Forlì.

“Il ricordo di Ruffilli è nel suo impegno riformatore, nella sua disponibilità al confronto, nel rigore che metteva nello studio e, prima di tutto, nel profondo senso del dovere, nell’intelligenza e trasparenza che ha caratterizzato ogni suo gesto- sottolinea Bonaccini-. Era un uomo impegnato in un ampio programma di riforme istituzionali; la sua uccisione sconvolse la sua città, Forlì, cui era legatissimo, e segnò profondamente l’intero Paese, che iniziava a pensare di poter archiviare gli anni bui del terrorismo”.

“Della sua lezione- prosegue il presidente-, ancora così attuale, noi come istituzioni siamo chiamati a fare tesoro, cercando di tradurla in scelte concrete. La filosofia che sta alla base del nuovo Patto per il lavoro e per il Clima sottoscritto insieme a tutte le parti sociali – col quale, insieme, abbiamo rinnovato il Patto per il Lavoro siglato nel 2015 – è proprio questa: unire tutte le componenti della società regionale su azioni capaci di generare un nuovo sviluppo, una nuova e buona occupazione e anche una nuova coesione sociale, di cui mai come in questo momento pensiamo ci sia bisogno”.

“Una persona, Ruffilli- aggiunge Bonaccini- colpita a morte per la scelta di mettersi al servizio della democrazia e del cambiamento costruttivo. A causa delle proprie idee, dell’impegno a riformare le istituzioni e l’agire dello Stato, per rendere i cittadini protagonisti e le comunità centrali”.

A 33 anni da quel tragico aprile del 1988, il professor Ruffilli “rimane un esempio vivo, forte, attuale, per tutti noi. Non solo per quelli che l’hanno conosciuto e frequentato, ma anche per le giovani generazioni. A partire da tutti gli studenti che, in questi anni, hanno varcato la soglia della Facoltà di Scienze Politiche di Forlì, a lui dedicata: testimonianza tangibile del suo impegno e della sua generosità. Ed è significativo- conclude Bonaccini- che domani, assieme alle istituzioni, all’evento in ricordo del professor Ruffilli sia prevista la partecipazione, con una loro esecuzione musicale, anche degli allievi del Liceo Artistico Musicale Antonio Canova: segno di come gli insegnamenti migliori vadano ricordati e trasmessi, con il testimone che passa di generazione in generazione”.