«Occorre confermare la didattica in presenza alle superiori al 50 per cento fino alla fine dell’anno scolastico. Saremmo pronti ad accogliere anche una quota più alta in presenza, grazie al potenziamento del trasporto pubblico avviato all’inizio dell’anno scolastico e ai lavori effettuati dalla Provincia per adeguare gli spazi nelle scuole superiori, ma serve ancora tanta prudenza».

Lo afferma Gian Domenico Tomei, presidente della Provincia di Modena, in concomitanza con un incontro a Roma dell’Unione delle Province d’Italia (Upi) rappresentate dal presidente Michele De Pascale con il ministro alle Infrastrutture e trasporti Enrico Giovannini sulla situazione del trasporto pubblico locale.

Attualmente dai dati dell’Ausl, nel modenese, su oltre quattro mila classi dall’infanzia alle superiori,  sono 35 le classi dove è stato individuato uno studente positivo e poste in quarantena, come previsto dalle nuove norme più stringenti, mentre sono una decina quelle dove sono stati rilevati almeno due studenti positivi, «numeri ancora ridotti – commenta Tomei – e tuttora sotto controllo ma che inducono alla massima prudenza. Quindi occorre innanzitutto proseguire nel rispetto dei rigidi protocolli perché la lotta al virus sarà vinta solo con la vaccinazione di tutta la popolazione, mantenendo – ribadisce Tomei – il limite del 50 per cento in presenza, una richiesta che, in base ai nostri costanti contatti con i dirigenti scolastici delle superiori, viene largamente condivisa dal mondo della scuola che, tra l’altro, ha bisogno di stabilità per chiudere l’anno positivamente e in sicurezza».

Per Tomei il lavoro svolto dalla Provincia con il tavolo prefettizio ha contribuito a creare «una buona situazione di equilibrio tra trasporto e didattica al 50 per cento»; in base al protocollo a Modena, il superamento del 50 per cento della presenza scolastica comporterebbe lo sdoppiamento dell’orario di ingresso alle ore 8 e alle ore 10, come stabilito nel tavolo prefettizio.

Per quanto riguarda le aperture dei pubblici esercizi, ma anche impianti sportivi o attività culturali, Tomei condivide l’opinione della Regione «sulla necessità di avviare un cronoprogramma di riaperture all’aperto, in forma ristretta, di questa attività, in modo da coniugare la sicurezza con la necessità di garantire una boccata d’ossigeno a questi settori particolarmente colpiti dal lockdown».