foto Righi Paolo (Meridiana Immagini)

Una giornata dedicata alle radici storiche del prendersi cura delle persone fragili è il nuovo appuntamento proposto dal Servizio Accoglienza studenti disabili e con DSA di Unimore con la collaborazione della Charitas di Modena.

L’incontro dal titolo “Alle radici del prendersi cura: il contributo della bioarcheologia della sanità”, che si terrà venerdì 23 aprile alle ore 15.00 https://centroedunova.clickmeeting.com/117979666/register, vede coinvolti due studiosi, nonché delegati alla disabilità di due atenei italiani, il prof. Fabio Martini dell’Università di Firenze e la prof.ssa Lucia Sarti dell’Università di Siena, che hanno condotto uno studio di bioarchelogia della sanità.

Il prof. Fabio Martini e la prof.ssa Lucia Sarti sono i “bioarcheologi della sanità” che hanno portato alla luce, utilizzando una tecnologia straordinaria, il modo in cui un cacciatore calabrese di 12.000 anni fa sia divenuto disabile in seguito a trauma da caduta che ne provocò l’impossibilità del cammino autonomo. Romito, questo il nome che gli studiosi hanno dato al cacciatore portatore di disabilità, visse incluso nella sua Comunità ed ebbe un ruolo attivo masticando vegetali per produrre, verosimilmente, manufatti come cesti e stuoie. La sua Comunità era, in età paleolitica, realmente inclusiva.

Come spiegare un simile comportamento? Secondo questi studiosi ciò che oggi definiamo “Inclusione” è un comportamento empatico scritto nel patrimonio genetico dell’uomo perché costituisce un vantaggio adattivo.

“L’altruismo e la cooperazione – spiegano gli archeologi Fabio Martini e Lucia Sarti – forniscono alla collettività quei vantaggi che permettono di accrescere le possibilità di sopravvivenza dei singoli e di tutti, come già aveva anticipato Charles Darwin”.

Romito era incluso nella sua comunità, ma una decina di migliaia di anni dopo, 800 anni prima di Cristo, a Sparta, Licurgo, il legislatore più influente, aveva imposto la regola di gettare in una voragine del monte Taigeto i bambini che gli anziani della città avevano trovati “gracili e malfatti” e, per fare un altro esempio tra quelli citati nel libro “Diversi, La lunga battaglia dei disabili per cambiare la storia” di  Gian Antonio Stella, che documenta una storia di orrori e crimini fino al genocidio nazista degli “esseri inutili, nel 1935 il chirurgo Alexis Carrel, Premio Nobel per la sua abilità nella sutura dei vasi sanguigni, scrisse, senza sollevare clamorose smentite, che “…criminali e malati di mente devono essere umanamente ed economicamente eliminati in piccoli istituti per l’eutanasia, forniti di gas adatti …”.

È possibile una chiave di lettura di queste altalene della storia?

“La giornata di studio – affermano i Delegati per il Rettore alla Disabilità e ai DSA prof.ssa Elisabetta Genovese ed il dott. Giacomo Guaraldi di Unimore – ruota intorno alla importanza che la conoscenza della storia è un elemento essenziale, in ogni contesto, della consapevolezza, della forza e della creatività con cui sono condotte azioni del prendersi cura come nelle residenze della Charitas di Modena, ad esempio, che accoglie persone con condizioni di fragilità estrema, e nelle Università in cui studenti giovani e brillanti si confrontano con fragilità tanto settoriali quanto minacciose per la realizzazione del loro Capitale Umano”.

La giornata di studio prevede, oltre alla relazione del prof. Fabio Martini e della prof.ssa Lucia Sarti, una successione di interventi: Ciro Ruggerini e Mauro Rebecchi discuteranno della storia dell’Etica del prendersi cura nelle condizioni del neuro sviluppo, a partire dal caso di Romito. L’intervento avrà come “focus” il rapporto tra “cultura”, che scolpisce in ogni epoca una rappresentazione sociale della disabilità, “società” e “comunità” in cui si originano le azioni concrete. La lezione della storia che possiamo acquisire oggi è che, in una “comunità” la rappresentazione sociale della disabilità dovrebbe essere esplicita per poter essere discussa, rinnovata e resa vitale.

L’incontro proseguirà con Giuliano Stenico che discuterà di un tema fondativo del prendersi cura, cioè delle ragioni che attivano le categorie di azioni ad esso connesso. Se da una parte si può ammettere che esista una predisposizione neurobiologica a questa attitudine, dall’altra, si deve riconoscere che è necessaria una sollecitazione di natura culturale per attualizzarla.

La giornata vedrà l’intervento di Chiara Arletti, insieme agli Educatori del Charitas, che tratterà del “come” prendersi cura delle condizioni di Gravità neuropsichica, in questo tipo di azione è necessaria la convergenza di elementi della cultura scientifica (per le azioni di “cure”) e della cultura umanistica (per le azioni di “care”). Giacomo Guaraldi e Valentina Ferretti discuteranno del concetto del “Prendersi cura” del capitale umano negli studenti universitari che, a volte, possono essere ostacolati da caratteristiche sfumate, ma insidiose ed infine di Antonietta Cestaro che discuterà della legislazione scolastica come uno degli strumenti finalizzati al prendersi cura dei percorsi scolastici degli studenti.

 

Chiara Arletti Direttore ASP Charitas (Modena) e Vice Presidente

Associazione “Controvento”

Antonietta Cestaro Integrazione e Sostegno, Servizi Didattici e culturali

(Ufficio Scolastico Provinciale di Reggio Emilia)

Valentina Ferretti Servizio Accoglienza Studenti Disabili e con DSA Università

di Modena e Reggio Emilia

Elisabetta Genovese Professore Ordinario di Audiologia e Delegato per il

Rettore alla Disabilità e ai DSA (Unimore)

Giacomo Guaraldi Delegato per il Rettore alla Disabilità e ai DSA (Unimore)

Fabio Martini Professore Ordinario di Paletnologia (Università di Firenze)

Mauro Rebecchi Presidente ASP Charitas (Modena)

 

Ciro Ruggerini Direttore Sanitario Cooperativa “Progetto Crescere”

(Reggio Emilia) e Presidente Associazione “Controvento” (Modena)

Lucia Sarti Professore Ordinario di Preistoria e Protostoria (Università di

Siena)

Giuliano Stenico Presidente CEIS (Modena) e Presidente dell’Istituto Toniolo

(Modena) affiliato alla Università Pontifica “Auxilium”

 

Per informazioni: Servizio Accoglienza studenti disabili e con DSA, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, tel. 059 2058312 email:disabilita@unimore.it