“Le gelate hanno causato danni disastrosi all’agricoltura reggiana: chiediamo lo stato di calamità per aiutare le centinaia di agricoltori in ginocchio”. Parole di Antenore Cervi (presidente Cia Reggio) che denuncia la grave situazione emersa con forza dopo i ripetuti sopralluoghi dei tecnici sul nostro territorio.

“È stato un colpo terribile per le aziende agricole già in crisi a causa della pandemia – entra nel dettaglio -. La morsa del gelo d’inizio aprile ha stroncato frutteti, cotto intere piantagioni di orticole, danneggiato mais, ucciso piantine di melone e angurie che dovranno essere ripiantate: molto probabilmente si allungheranno i tempi per vedere i primi frutti. Un capitolo a parte lo meritano poi i vigneti di Lambrusco ma non solo: le gemme che stavano per schiudersi hanno sofferto molto, quelle appena spuntate sono state devastate. Si potrebbe arrivare a perdere l’80% della produzione. Basti pensare che con un clima ottimale da adesso alla vendemmia, si avrà una pianta ancora in salute, forse, ma con ben pochi frutti”.

Il freddo ha colpito molto duramente la fascia pedecollinare, ma “non ha risparmiato nessuna zona dall’Appennino alla Bassa dove basti pensare che le temperature notturne hanno superato i -5 gradi. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile abbiamo vissuto quattro stagioni: siamo passati dagli oltre 25 gradi del giorno alle intense gelate notturne. Ormai i cambiamenti climatici sono una drammatica realtà davanti agli occhi di tutti e l’agricoltura è la prima a pagarne le drammatiche conseguenze”.

Cervi, in veste anche di vicepresidente di Cia Emilia Romagna, rivela che un numero elevato di agricoltori “è venuto a segnalare i danni nei nostri uffici. Abbiamo subito un fenomeno eccezionale per dimensioni e intensità: chiediamo con forza lo stato di calamità per l’agricoltura reggiana e dell’intera regione, anche se sappiamo che la legge 102 va riformata, togliendo burocrazia e rendendola più efficace. Ci auspichiamo poi che a livello comunitario avanzi la nostra proposta di una assicurazione universale per tutte le produzioni agricole, cofinanziata con il 3% del primo pilastro della Pac. Sollecitiamo l’urgenza di un nuovo approccio al problema delle calamità naturali, da affrontare anche in Europa e in chiave Green Deal”.

In conclusione, Cia Reggio affronta la ‘questione assicurazioni’: “Sono strumenti fondamentali ma non riescono a coprire le esigenze. Come ha denunciato anche il Consorzio del Lambrusco, le polizze sono state strutturate in modo che anche nel caso in cui gli imprenditori agricoli abbiano effettuato la copertura assicurativa contro gelo-brina hanno in ogni caso una franchigia del 30% che non viene risarcita e il massimo indennizzabile è pari al 50% del valore assicurato. Da notare poi che molte compagnie assicurative non hanno neppure assunto il rischio della copertura per questi eventi estremi, visto che si ripetono con sempre più frequenza. Serve un piano d’emergenza con risorse ancora più straordinarie e nuove strategie contro i cambiamenti climatici. L’agricoltura non può e non deve essere lasciata sola”.